Difficile sapere se alla fine Fini lo faccia apposta oppure no. Sta di fatto che, nel giorno in cui non lesina lennesima tirata dorecchi al premier Berlusconi per la sortita sulla Consulta, il presidente della Camera si faccia beccare in un esplicito elogio al centrista Casini. Tutta colpa del «pizzino»: il leader Udc sta terminando il suo intervento in Aula durante il dibattito sulla richiesta di arresto di Cosentino. Lui, che non se la sente proprio di difendere il pidiellino inquisito dalla Procura partenopea e lascia ai suoi libertà di coscienza sul voto; lui, che nel pomeriggio vedrà discussa una sua mozione con la quale chiede la cacciata del sottosegretario perché è «inopportuna» la presenza al governo, guadagna lapplauso scritto di Fini: «Veramente bravo!», gli scrive Gianfranco su un foglietto. Un cenno al commesso della Camera e lappunto arriva sul banco di Casini che ringrazia con un cenno della mano. Profumo dintesa tra i due. Quale parte del discorso di Casini abbia entusiasmato Fini non è chiaro.
Forse quel riferimento alla «Prima Repubblica che non è morta sotto i colpi del pool di Mani pulite ma molto prima, quando si è chiusa nella difesa cieca e assoluta della classe dirigente senza saper distinguere tra solidarietà doverose e quelle che mai dovrebbero essere date». O forse quellappello affinché «la politica si assuma la responsabilità di scegliere o pone le premesse per una sua fatale dissoluzione». Di fatto Fini sembra Battiato quando cercava un «centro di gravità permanente».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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