Le banche al Tesoro sul debito Chrysler: «Soluzione entro il 30» La scure di S&P

Giorni decisivi per sciogliere il nodo del debito di Chrysler: la riduzione dell’esposizione è uno dei requisiti fissati dal governo per la ristrutturazione della casa automobilistica. La prima proposta governativa di abbassare l’indebitamento da 6,8 miliardi a 1-2 miliardi è stata respinta dalle banche, più orientate alla soluzione della bancarotta allo scopo di contenere le perdite, tutte impegnate nel tentativo di spuntare maggiori concessioni.
Anche ieri, in proposito, è proseguito il tour dell’amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, tra Washington, Detroit e New York dove sta incontrando, oltre ai banchieri e ai vertici di Chrysler, il Tesoro e il sindacato Uaw. «Continueremo a lavorare diligentemente per raggiungere una soluzione prima della scadenza del 30 aprile», spiega in una nota il comitato dei creditori composto da JpMorgan (a cui fanno capo circa 2,5 miliardi di dollari del debito), Citigroup, Goldman Sachs, Elliott Management e Morgan Stanley.
S&P, intanto, ha tagliato il rating sul debito di Chrysler.

L’agenzia prevede che in caso di default i creditori potrebbero recuperare fra il 30 e il 50%. Marchionne, dal canto suo, potrebbe rientrare in Europa a cavallo delle feste, visto che il 15 è atteso a Basilea, come vicepresidente, all’assemblea di Ubs.

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