A chi interessano i banchieri
centrali? Se lo chiede Alfredo Gigliobianco introducendo il suo Via Nazionale. Banca dItalia e classe dirigente. Cento anni di storia (Donzelli, pagg. 404, euro 27,5) che ripercorre, appunto, un secolo di storia della Banca dItalia attraverso i ritratti dei suoi dirigenti. Interessano, e come, soprattutto in Italia. È ancora vivo il ricordo delle vicende che hanno condotto alle dimissioni il governatore Antonio Fazio. Nei giorni scorsi un ex governatore, Carlo Azeglio Ciampi, ha lasciato il Quirinale al suo successore, mentre un ex vicedirettore generale, Tommaso Padoa Schioppa, è diventato ministro dellEconomia nel governo di Romano Prodi. Ma non solo. La frase rubata in una hall dalbergo a Mario Draghi, lattuale governatore, diventa titolo di prima pagina sui grandi giornali. Lassemblea dellistituto centrale di fine maggio, presente il Gotha delleconomia nazionale, si trasforma ogni anno in una sorta di messa laica.
I banchieri centrali interessano, dunque. Anche perché, nel dopoguerra, è stato costante il travaso fra la Banca dItalia e le principali istituzioni del Paese: basti pensare al fatto che due governatori, Einaudi e Ciampi, sono diventati presidenti della Repubblica. Analizzando la formazione, la carriera, le reti di relazione, le decisioni dei nostri banchieri centrali, Alfredo Gigliobianco - storico ed economista - ci aiuta a comprendere le ragioni duna evidente supremazia dellistituzione Bankitalia nel sistema economico nazionale. Senza tuttavia tralasciare alcune notazioni solo apparentemente secondarie, come lorigine geografica dei dirigenti della banca, dalla fase ligure-piemontese degli esordi (con Grillo, Ponte e Morro) a quella veneta (Marchiori, Levi della Vida, Stringher), alla fase meridionale incominciata col napoletano Vincenzo Azzolini e proseguita dal foggiano Donato Menichella. O la loro origine sociale, la più diversa: dal figlio del pescatore (il sardo Efisio Piana) a quello del professore universitario ed economista (il bresciano Guido Carli).
La storia della nostra banca centrale è la storia delleconomia ma anche della politica italiana. Bonaldo Stringher segue lavvento del fascismo con fare scettico, ma si troverà presto con margini di manovra ridotti a causa dellinterventismo di Mussolini e del suo ministro delle Finanze, de Stefani, in materia bancaria e monetaria fino alla battaglia per la «quota novanta». Azzolini, il successore, indosserà la camicia nera ma sarà anche luomo che darà impulso al servizio studi della banca: alla marginalità politica, Bankitalia risponde con laffinamento della sua struttura tecnica. La drammatica vicenda del furto delloro nazionale da parte dei tedeschi, nella confusione del 1944, coinvolge il vertice della banca: Azzolini venne dapprima condannato per tradimento, quindi amnistiato e poi assolto. Con la ricostruzione arrivano dapprima Einaudi, per breve tempo ma sufficiente a lasciare unimpronta indelebile in via Nazionale, quindi Menichella. Sono Guido Carli e Paolo Baffi gli artefici, a partire dallinizio degli anni Sessanta, della modernizzazione della banca centrale. Carli, economista di vaglia ma non privo di passione politica (sarà senatore democristiano e ministro del Tesoro nel settimo governo Andreotti, firmatario nel 91 del Trattato di Maastricht), potenzia il servizio studi e, con Franco Modigliani, realizza il primo modello econometrico. Ma alla metà degli anni Settanta, la crisi politica ed economica del Paese travolge anche il successore di Carli, Paolo Baffi, ingiustamente accusato di favoreggiamento dai magistrati romani nel caso Sir-Credito industriale sardo e costretto alle dimissioni. Il vicedirettore generale Mario Sarcinelli, anchegli completamente estraneo ai fatti, venne addirittura arrestato.
Con il lungo governatorato di Carlo Azeglio Ciampi, si conclude Via Nazionale. Le vicende legate al suo successore, Antonio Fazio, sono ancora di pertinenza della cronaca. E la legge sul risparmio ha fatto di Mario Draghi il primo governatore con mandato a termine. È linizio di una fase nuova.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.