Bartolomeo Maria Dal Monte

Nacque benestante a Bologna nel 1726. La madre, che aveva perso i quattro bambini precedenti, pur di averlo lo aveva votato a s. Francesco di Paola. Il padre era contrario ma Bartolomeo, che un giorno conobbe s. Leonardo da Porto Maurizio, davvero voleva fare il prete. E lo divenne nel 1749. Era il tempo in cui il giansenismo da una parte e l’illuminismo dall’altra si disputavano le menti, e il nuovo prete trovò il suo campo d’attività nella predicazione capillare delle missioni popolari, dei quaresimali, degli esercizi spirituali. Nel 1774 fu chiamato a Roma a predicare in vista del Giubileo dell’anno seguente. Era così bravo che il papa Pio VI avrebbe voluto trattenerlo ma il Dal Monte era troppo preso dal sacro fuoco; anzi, sarebbe voluto andare missionario nelle Indie, ma ostava la sua scarsa salute. Così, quando rimase orfano ed unico erede, impiegò i beni ricevuti per fondare la Pia Opera delle Missioni, per formare predicatori popolari. Infatti, era convinto che predicatore non ci si potesse improvvisare (bisogna che gli odierni autodidatti dell’omelia si raccomandino a questo Beato), per questo compose numerosi scritti al riguardo, scritti che ebbero una notevole diffusione e furono continuamente ristampati fino agli inizi del Novecento.

Devotissimo alla Madonna, cui attribuiva ogni suo successo, «ricaricava le pile» con l’adorazione eucaristica, avendo come unico scopo (sembra un’ovvietà ma non lo è, specialmente oggi) la salvezza delle anime. Consumato dalle fatiche, morì, come aveva predetto due mesi prima, a Bologna nella notte di Natale del 1778.

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