Basta vietare la calcolatrice: aiuta i più bravi

Promossi con la calcolatrice. Fare i conti a mano o a mente non rende gli studenti più capaci in matematica, anzi. La calcolatrice in aula funziona, fin dalle elementari. Lo sostiene uno studio americano che fa cadere un vecchio tabù e che già fa discutere i docenti. Una psicologa del Vanderbilt’s Peabody College of Education del Tennessee, Bethany Rittle-Johnson, sostiene che i più piccoli devono imparare a fare i calcoli da soli, ma dopo questa breve fase iniziale, usare i calcolatori è utile, anche per le operazioni di base. Dalla ricerca è emerso che l’uso della calcolatrice ha un impatto positivo soprattutto sugli studenti più bravi in matematica che, così, migliorano le loro prestazioni. Quelli in difficoltà traggono meno vantaggi dalla tecnologia, ma tutti sono comunque in grado di risolvere più problemi, facendo meno errori. «Tra i vantaggi della calcolatrice - precisa Johnson - c’è anche quello di far controllare ai bambini le risposte dei calcoli che hanno svolto a mano. Così hanno un riscontro immediato per correggersi velocemente». Per molti alunni delle elementari poi usare una calcolatrice è divertente, come una scoperta. E i bambini che si divertono imparano di più.

È d’accordo Piero Lucisano, docente di pedagogia sperimentale dell’università La Sapienza di Roma «ma - precisa - bisogna prima insegnare ai bambini a usarla». Altrimenti riterranno esatti i risultati della calcolatrice, a prescindere dalle soluzioni del problema.

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