da Milano
Uno dice, almeno la natura sarà gratis. E invece no. Perfino i parchi nazionali, il cui statuto prevede «libero accesso», non si sottraggono alla ticket-mania. Una moda tuttaltro che indolore per il portafoglio degli italiani e invece molto conveniente per enti pubblici e privati. Che, non a caso, si trovano sempre a braccetto quando si tratta di prevedere o ritoccare il prezzo di un biglietto di ingresso. Costi modici al Parco della Maddalena, dove si paga un euro a persona e per le barche due euro «a metro lineare»; ma prezzi decisamente più salati se dal lago Misurina di Auronzo (Belluno) si vuole salire al rifugio Locatelli, dove si possono ammirare le tre cime di Lavaredo: arrivare fin lassù in auto costa 20 euro. Prezzi decisamente più calmierati nelle 130 oasi faunistiche gestire dal Wwf, dove si paga un ticket ma si hanno a disposizione una serie di optional capaci di trasformare una semplice passeggiata in una escursione molto suggestiva. Senza contare poi che il presidente del Wwf, Fulco Pratesi, difende la strategia del pedaggio: «Un biglietto di ingresso responsabilizza il visitatore e ci consente di sopravvivere, compensando in parte lesiguità dei finanziamenti statali». Sarà, ma non si capisce perché bisogna sempre e comunque trasformare in un business visite in luoghi che dovrebbero essere di tutti come le cascate delle Marmore in Umbria, la Grotta Azzurra di Capri, i giardini Boboli di Firenze, loasi di Ninfa nel basso Lazio e ci fermiamo, perché lelenco sarebbe lunghissimo.
Intanto tra i sindaci delle «ridenti» località di mare, montagna o collina è tutto uno scartabellare tra le pieghe di leggi e regolamenti. Obiettivo: trovare il modo per istituire lennesimo balzello. Il sistema di pagamento dei ticket per i visitatori delle Isole Eolie, ad esempio, è nato con l'ordinanza n. 3225 del 2 luglio 2002 del Consiglio dei Ministri-Dipartimento Protezione Civile, dal titolo «Disposizioni urgenti per fronteggiare l'eccezionale afflusso turistico nelle isole del comune di Lipari». Il Comune di Lipari ha istituito addirittura una task force che ha il potere di riscuotere i contributi, in particolare controllando le imbarcazioni private agli attracchi sul molo.
A questo punto uno potrebbe pensare di rifugiarsi gratuitamente nella preghiera. Ma potrebbe sbagliare anche qui, visto che perfino per entrare in chiesa (in certe chiese) è previsto un biglietto che nulla ha a che fare con il rito delloffertorio durante la messa. Poi ci sono i casi limite, come un paese in provincia di Cosenza, Cleto, che si è dichiarato disponibile - per bocca del suo sindaco, Americo Cuglietta, a farsi adottare da uno sponsor. In questo caso il primo cittadino non è andato ben oltre il ticket, preferendo «vendere» lintero paese al migliore offerente per poter «ristrutturare scuole ed edifici fatiscenti». Unidea per alcuni versi coraggiosa e comunque eticamente più apprezzabile di quella che linverno scorso è circolata a Courmayeur: «Far pagare un intero anno di skipass anche a chi usufruisce delle piste da sci per un solo fine settimana». E che dire poi di Ponza? Lamministrazione locale sta per varare una tassa per il soggiorno e lormeggio a numero chiuso per le imbarcazioni. Il motivo? La «Perla del Mediterraneo», presa dassalto dai turisti, ha difficoltà a presentarsi pulita e in ordine. Unidea che piace molto anche al sindaco di Capri che infatti lha già parzialmente adottata.
Considerato quelli che ogni giorno visitano la Capitale, si tratterebbe di un contributo di tutto rispetto.\
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