Il blitz di Andrea Bonomi a caccia di una banca

(nella foto) aveva espresso il desiderio di «tornare alle banche». Forse è arrivato il momento giusto. Quel «tornare» rivela parte della storia di famiglia, della quale Andrea rappresenta la quarta generazione: la nonna Anna Bonomi Bolchini, che per anni fu chiamata la Primadonna della finanza italiana, aveva partecipazioni nel Credito Varesino, nella Banca Prealpina, nel Banco Ambrosiano; la finanza si estendeva a partecipazioni nella Ras, nell’Alleanza, nelle Generali.Poi la BiInvest, la holding guidata dal padre Carlo, fu scalata in Borsa dalla Montedison di Mario Schimberni, e ai Bonomi restarono Saffa e proprietà immobiliari. Una partecipazione bancaria manca oggi al portafoglio della Investindustrial, la società di investimenti fondata nel 1990 da Andrea. In 20 anni la dimensione si è fatta importante: 14 società controllate e 2 partecipate, 32mila dipendenti, un fatturato aggregato di 4,8 miliardi (più 11% sul 2009), con un margine lordo di 647 milioni (erano 588); uffici a Milano, Barcellona, Lugano, Londra, New York, Shanghai; una squadra di 40 professionisti al servizio di un business che non è esattamente quello del private equity, ma piuttosto della società d’investimenti, focalizzata sul risanamento (se necessario) e sulla valorizzazione delle società acquisite, in un’ottica industriale e con una forte spinta all’export. La prospettiva è, dunque, di lungo periodo, l’obiettivo è di vendere a 2,5 ciò che è stato comperato a uno. Le ultime operazioni sono di queste settimane: la cessione di Permasteelisa (di cui Investindustrial possedeva il 50%) per circa 600 milioni di euro e l’acquisto della quotata Snai (scommesse e proprietà fondiarie).

Negli ultimi anni è stata acquistata e risanata la Ducati e sono stati investiti 400 milioni di euro per fare della controllata Inaer la più grande compagnia di elicotteri d’Europa: oggi ne ha 360. Andrea Bonomi, 46 anni, è nato a New York e vive tra Milano, Lugano e Londra.
PStef