Bomba in moschea Dietro l’attentato c’è una faida tra sciiti e sunniti

Una faida interna alla comunità musulmana, legata alle tensioni tra sciiti e sunniti per via del conflitto in Siria, è il movente più probabile dell’attentato alla più importante moschea sciita della regione di Bruxelles, compiuto lunedì sera dopo le preghiere. Nell’atto criminale è rimasto ucciso l’imam, un uomo di origini marocchine di 46 anni, padre di quattro figli, pianto e ricordato dai fedeli come «una persona buona, amata da tutti». L’attentato criminale ha scioccato la comunità musulmana belga e l’intero paese. Le indagini indicano che sarebbe stato compiuto da un uomo solo, entrato nella moschea profferendo frasi legate al conflitto siriano. L’attentatore è stato fermato e interrogato: si è dichiarato musulmano, ma la sua identità è incerta avendo fornito tre diverse versioni.

Testimoni lo hanno visto entrare nella moschea Rida, che si trova nel quartiere a maggioranza musulmana di Anderlect, nella periferia di Bruxelles, armato di ascia e coltello. Sulle spalle uno zaino con contenitori pieni di benzina.

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