Piero Pizzillo
Due importanti appuntamenti ieri a Genova sulla Finanziaria . In mattinata un incontro delle associazioni regionali della piccola e media impresa, che rappresenta il 96,4 per cento del totale delle imprese (commercio, servizi, turismo, artigianato e agricoltura) con i parlamentari liguri, dovè emerso un profondo malcontento tra le categorie rappresentate. Al termine, lonorevole Giorgio Bornacin di An, ha detto: «Ce ne eravamo accorti da subito che la finanziaria 2007 fosse assolutamente inadeguata ed estremamente punitiva soprattutto per quelle categorie economiche che nei fatti pagano le tasse, ma stamane è emersa profonda anche la mancanza di strategie concrete, di una lotta agli sprechi. Proprio su questi aspetti sono arrivate le critiche maggiori delle imprese ai parlamentari del centro sinistra». An, nei prossimi giorni protesterà nelle piazze e nelle vie genovesi, «per far conoscere il vero volto della spremitura fiscale».
A mezzogiorno un interessante incontro con i cronisti. «Noi non siamo evasori». LAssociazione liberi professionisti (Alp) e il Comitato unitario permanente degli ordini professionali (Cup) non ci stanno a essere beffeggiati. Nel corso della conferenza stampa hanno duramente protestato contro chi, a cominciare dal Capo del Governo, ha detto che i 50 mila professionisti sfilati in corteo a Roma (12 ottobre) sono degli evasori. «Ci saranno anche degli evasori, - ha dichiarato lavvocato Elio Di Rella, segretario nazionale dellAlp - ma dire che in 50 mila protestavano per il fisco è una fesseria. Tra i manifestanti verano migliaia di dipendenti degli studi professionali». Gli ha fatto eco, Alfredo Biondi, senatore di Fi, presidente nazionale dellAlp, che ha affermato: «La nostra è una battaglia di libertà, non certo corporativa o economica. La riforma Bersani invece è solo una visione merceologica delle professioni. Se non si arriverà a un accordo a livello governativo, siamo pronti a tornare in piazza per realizzare il secondo Professional Day». Stefano Savi, presidente dellOrdine degli avvocati e del Cup (comprende medici, ingegneri, architetti, geometri) ha sostenuto che la rivolta contro il decreto Bersani, a parte la mancata concertazione con la categoria e altri aspetti, riguarda soprattutto la prospettata abolizione degli ordini professionali. «Siamo pronti a proseguire la lotta - ha detto Savi - a difesa della libertà, autonomia e indipendenza delle professsioni.
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