Bozzi, un talento che sa di Liguria

Bozzi, un talento che sa di Liguria

(...) si può, con la Trinacria nel Dna.
A questo punto, avete già il diritto, quasi il dovere, di chiedermelo: e allora che c’entriamo noi? C’entriamo perchè Ciccio Bozzi - che della squadra di autori di Fiorello e di Viva Radiodue, la trasmissione più ascoltata della storia recente della radio di intrattenimento italiana, è uno degli uomini di punta - pur nella sua sicilitudine conclamatissima, ha un pizzico di Liguria nel cuore. Bozzi, infatti, ha ascendenze, suo papà, per la precisione, di Sestri Levante. E tanto basta a farcelo sentire come uno dei nostri.
Anche perchè Bozzi è stato protagonista in settimana di una storia che sarebbe perfetta per la Baia del Silenzio. Nel senso che, se fosse stata coperta dal silenzio, sarebbe stato meglio per tutti. E allora, per una volta, lasciateci divagare dai massimi sistemi genovesi e liguri a un divertissement con il sorriso sulle labbra.
Ricapitoliamo per i non addetti a Fiorello. Durante una puntata, il «sestrese» Bozzi (che, nell’occasione specifica, lasciamo completamente alla Sicilia) è vittima di un attacco gastrico e si lascia andare a una piccola flatulenza che diventa immediatamente oggetto delle gag di Fiore, di Marco Baldini e di tutto il resto della squadra. Tanto che l’argomento «effluvi corporali» bozziani diventa immediatamente il tormentone della settimana, con tanto di lettura di finta lettera di Fiorello e Baldini in cui si chiede di mettere il pannolone al malcapitato (ma malcapitati pure quelli che gli erano vicini nel giorno incriminato) Francesco Bozzi.
Un collaboratore del senatore leghista Ettore Pirovano gli riferisce che si parla di Umberto Bossi e Pirovano fa fuoco e fiamme, pretendendo le scuse e lasciandosi andare a un pistolotto. Fiore e Baldini spiegano al novello Zorro del Carroccio che le zeta sono diventate esse solo nel suo immaginario e chiedono a loro volta le scuse. Pirovano, correttamente, ammette la topica e si scusa, promettendo di offrire un pranzo. Non si capisce bene se a Bozzi o a Fiorello (ma gli conviene più il secondo, vista la voracità del primo). L’onore di Bozzi è salvo, quello di Sestri Levante pure.
Scusate la leggerezza dell’aneddoto. Ma l’ho raccontato volentieri perchè è quasi la punta di un iceberg di un ritrovato «potere Rai» della Liguria. Praticamente, una metafora. Da qualche anno - persino al netto del Tg regionale di cui abbiamo già parlato su queste pagine - la sede della radiotelevisione di Stato diretta benissimo e con un equilibrio che è quasi una definizione di «equilibrio» da Victor Balestreri, sta togliendosi una serie di soddisfazioni notevoli. E, anche al di là del ruolo nazionale che si sono ritagliati ottimi giornalisti sportivi come Paolo Paganini ed Emanuele Dotto, non si può non registrare l’importanza a cui Balestreri ha saputo portare la sede di corso Europa: dal ruolo storico nelle dirette dal Festival di Sanremo a quello iniziatico della fiction sulla guardia costiera, intitolata proprio Gente di mare; dalla fiction sui Mille, partita proprio da Quarto, al ricordo di Straulino.
E la radio non sta in secondo piano: da un lato il capo del Dams di Imperia Eugenio Bonaccorsi ha avuto l’intelligenza di scegliere come docente di tecniche e linguaggi radiofonici il direttore di Radiodue e Radiotre Sergio Valzania che è la massima autorità italiana in materia.

E, sul fronte dei programmi, non ci siamo fatti mancare niente: dal Capodanno in mare, capolavoro radiofonico di San Silvestro, soprattutto per l’idea di collegarsi con le navi di tutto il mondo, alle dirette proprio di Viva Radiodue. Ospitate negli studi di Genova. Prendendosi il rischio di avere Bozzi in studio.

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