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Bpm, ultimatum della Consob al consiglio

Bpm, ultimatum della Consob al consiglio

La Consob ordina alla Popolare di Milano di raccontare «entro tre giorni lavorativi» le verità emerse dall’ispezione sulle carriere «telecomandate» in base alla fedeltà sindacale. L’ultimatum è contenuto nel dispaccio che la Commissione guidata da Giuseppe Vegas ha recapitato al cda di Piazza Meda, mentre prosegue l’analisi sull’influenza nella governance rivestita dagli «Amici», l’associazione che raccoglie i dipendenti-soci. In sostanza, malgrado il tentativo di Bpm, il board del 18 ottobre appare fuori tempo massimo, a meno che l’istituto non spedisca il faldone alla Commissione senza un altro passaggio in consiglio. Sullo sfondo resta la minaccia di Bankitalia di sterilizzare i diritti di voto degli Amici. La Vigilanza deve ancora approvare il nuovo statuto duale, tanto che alcuni ipotizzano un rinvio dell’assemblea. Mentre il direttore generale Enzo Chiesa discuteva con la Consob il prospetto dell’aumento di capitale da 800 milioni, il consigliere delegato in pectore Matteo Arpe si è «raccontato» alla base di Bpm insieme a Marcello Messori, candidato alla presidenza del consiglio di sorveglianza contro la squadra presentata dagli Amici con l’appoggio dell’asse Fisac-Uilca e il placet di Andrea Bonomi. Davanti ai quasi 400 dipendenti-soci accorsi nel centro congressi di viale Bezzi a Milano, Arpe ha dichiarato di sognare di «replicare» l’esperienza di Capitalia, quindi ha invitato la platea a porre domande «anche cattive». Ha detto di mettere la faccia su Bpm per partecipare a un rilancio che «deve comportare la crescita» e ha ricordato di non aver mai fatto tagli al personale preferendo «assorbire gli eccessi» con l’aumento della rete. Ma su tutto c’è una premessa: «Non sono disposto a scendere a compromessi». Alla destra di Arpe c’era il leader nazionale della Fabi, Lando Maria Sileoni, che ha trascinato la platea ponendo per la nuova Bpm l’obiettivo di recuperare la vicinanza alle pmi, di completare la ricapitalizzazione e di avviare una gestione del personale lontana da clientele.

Il capo della Fiba, Giuseppe Gallo, ha confermato la candidatura di Arpe al ruolo di ad e ha chiesto una svolta alla banca. Seguito da Messori, che ha spezzato una lancia a favore del modello cooperativo, a patto però che Piazza Meda avvii «una evoluzione molto forte». La scommessa «è la gestione».

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