California-Florida, il grande affare delle primarie

Schwarzy anticipa il voto al 5 febbraio, i rivali spostano al 29 gennaio. Così il calendario elettorale cambia la corsa più ricca e lunga della storia americana

Si gioca d’anticipo. Per soldi, per potere, per contare di più. La lotta è California-Florida, adesso. Arnold Schwarzenegger ha voluto spostare le elezioni primarie al 5 febbraio: si era sempre votato a giugno in California. Troppo tardi spesso per avere peso reale nel risultato elettorale. Schwarzy ha giocato le sue carte: anticipare per portare lo Stato più popoloso dell’Unione a essere battuto costantemente da tutti i candidati. La strategia ha funzionato: in California sono stati già diverse volte Barack Obama e Hillary Clinton, in California s’è tenuto il primo dibattito tra i candidati repubblicani.
La strategia del governatore Terminator ha spiazzato i colleghi di Iowa e New Hampshire, le due aree che storicamente aprivano la strada delle primarie. Erano test fondamentali, prima: Piccoli Stati in grado di sfoltire immediatamente le rose degli aspiranti presidenti. Stavolta i primi due appuntamenti conteranno poco. Perché la California arriva presto: il 5 febbraio ovvero nel giorno in cui si vota anche in molti altri Stati. Lo hanno chiamato super-super tuesday: 60 milioni di americani esprimeranno la preferenza per questo o quell’altro candidato.
La battaglia tra vari stati degli Usa per anticipare le rispettive primarie sta facendo emergere per la prima volta in America lo scenario di un'apertura dei seggi per la nomination presidenziale in un anno diverso da quello delle elezioni vere e proprie. Un voto in New Hampshire nel dicembre 2007, finora impensabile, comincia a non essere più solo fantapolitica: «Non è oltre il regno delle possibilità», ha detto William Gardner, segretario di Stato del New Hampshire, al Washington Post. Tutta colpa delle grandi manovre della California e dei suoi rivali. E cioè della Florida. Lo Stato che nel 2000 decise le controverse elezioni tra George W.Bush e Al Gore ha appena votato per anticipare da marzo al 29 gennaio il voto.
Una mossa che cambia le carte in gioco, perché vincere la Florida potrebbe rappresentare già una svolta decisiva nella corsa alla nomination. In passato, la nomination non si decideva fino a marzo-aprile - se non ben oltre, alle convention estive - e le campagne elettorali cominciavano poco prima dei voti nelle primarie. John F. Kennedy, per esempio, annunciò la candidatura all'inizio del gennaio 1960, lo stesso anno in cui sarebbe stato eletto.

Bill Clinton annunciò di presentarsi alla corsa solo ad agosto del ’91, a cinque mesi dall’esordio delle primarie. La moglie e gli altri aspiranti presidenti sono già in ballo da novembre 2006. I primi ad anticipare tutto sono stati loro.

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