Calissano «esce» per socializzare

Paolo Calissano non vuol lasciare nulla di intentato pur di ritornare a una vita normale, a completamento degli sforzi fatti in quest’ultimi mesi per uscire dal tunnel della droga. Per questo motivo ha presentato al giudice Maria Teresa Rubini, - che gli aveva imposto l’obbligo di residenza nel Comune di Trofarello (in provincia di Torino), più esattamente nella comunità terapeutica «Fermata d’autobus» dove deve comunque rientrare alle 20 di ogni sera e restarvi sino alle 8 dell’indomani - un’istanza per poter ottenere l’autorizzazione d’andare a Torino e a Moncalieri, al fine di frequentare dei centri di risocializzazione.
Il gup deciderà nei prossimi giorni.

Il noto attore, arrestato lo scorso 25 settembre per detenzione di 30 grammi di cocaina e per aver causato, non volendo, la morte della ballerina brasiliana Ana Lucia Bandeira Bezerra, avendole dato la droga che l’ha uccisa, il 23 marzo è stato condannato a 4 anni di reclusione (pena patteggiata tra il difensore Carlo Biondi e il pm Silvio Franz). Calissano non andrà in carcere, ma continuerà il percorso terapeutico, che lo porterà a un totale recupero.

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