UN CANDIDATO COME ROBERTA

UN CANDIDATO COME ROBERTA

Innanzitutto, una precisazione. L’avete letto fin dal titolo. Quella che segue è una provocazione. Non tanto e non solo perchè la protagonista del nostro articolo è diessina e non c’entra nulla con il centrodestra, ma anche e soprattutto perchè, in quest’ultima fase, non ha mai proprio avuto l’intenzione di candidarsi a sindaco, nemmeno per la sua parte, e sta bene dove sta.
Fatte tutte le precisazioni, le premesse metodologiche e le istruzioni per l’uso, io credo che Roberta Pinotti sarebbe una splendida candidata sindaco anche per il centrodestra. Pure se è diessina, dirigente di punta di un partito che è in gran parte responsabile dei mali di questa città e di questa regione. Anche se è stata a lungo il braccio destro di Marta Vincenzi, contro cui si confronterebbe oggi. Anche se convive politicamente, per interesse elettorale, con gente diversissima da lei, con una sinistra antagonista con cui non ha niente da spartire, soprattutto sul piano della ragionevolezza. Anche se ha dato la fiducia ad un governo che ha firmato quella che credo sia la peggior Finanziaria della storia d’Italia, che riesce ad aumentare contemporaneamente le tasse ai ceti produttivi e la spesa pubblica, con il risultato di moltiplicare sprechi e clientele.
Eppure, nonostante tutti questi peccati originali - qualcosa capace di far precipitare nel più rosso degli inferni persino la creatura più angelica - non riesco a non stimare Roberta Pinotti come presidente della commissione Difesa della Camera e il suo metodo di lavoro. Perchè la parlamentare genovese sta facendo esattamente il contrario di quanto fanno i suoi compagni di partito: ascolta le ragioni degli altri, le misura, le pesa, le confronta con le sue. Poi, fa la sintesi, e di solito trova la soluzione dei problemi. Se ne sono accorti anche gli esponenti del mondo della difesa, atavicamente scettici nei confronti delle donne. Figuriamoci delle donne di sinistra, endiadi che storicamente ha significato posizioni talmente rigide da essere incomprensibili, più incomunicabili di un film di Michelangelo Antonioni.
Soprattutto, Roberta - cattolica e di sinistra - ha dimostrato che questi due termini non sono necessariamente in contrapposizione al mondo della Difesa. Certo, poi una domanda bisognerebbe fargliela: non si è accorta che quegli stessi termini sono in contraddizione fra loro? Non si è accorta di stare, da cattolica, dentro un partito che si vergogna di mettere il presepe in Regione?
Ma, al di là dei suoi peccati originali e di quelli attuali di alcuni suoi compagni di partito, quello che voglio dire è che il «metodo Pinotti» dovrebbe essere l’arma segreta del centrodestra per il Comune. Il dialogo, il rispetto degli avversari politici, il pragmatismo nell’affrontare i problemi, se vogliamo anche la cordialità nei rapporti umani e l’assenza di arroganza nel proporsi.


Insomma, il candidato sindaco del centrodestra, a mio parere, dovrebbe essere se non la Pinotti, «una Pinotti». Nel senso che ho spiegato.
Fedele al nostro principio: non ci interessa chi dice una cosa, ma come lo dice. E, soprattutto, cosa dice.

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