Un casinò in Emilia toglierà giocatori a Sanremo

Pericolo in vista per il Casinò di Sanremo, fonte di risorse per la città e la Liguria che sta risollevandosi da una grave crisi di giocatori e incassi: il rischio, adesso, è di trovarsi a fare i conti con un concorrente particolarmente ostico, e soprattutto intenzionato ad attirare, con una serie di agevolazioni promozionali, il bacino di appassionati del tavolo verde che attualmente gravita nella città dei fiori. Lo prevede il progetto di legge presentato da Fabio Filippi, di Forza Italia, per istruire una casa da gioco nella provincia di Reggio Emilia, all’interno del parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano. «La proposta di candidare l'Alto Appennino reggiano quale sede più opportuna per l'apertura di un nuovo casinò - si legge nella relazione che accompagna il progetto di legge - nasce dalla considerazione dei seguenti peculiari elementi: la collocazione geografica centrale nel nord Italia, in una zona a grande vocazione turistica, caratterizzata da numerose bellezze paesaggistiche e naturali, beni di notevole pregio storico, archeologico e culturale, il facile accesso dalle regioni confinanti (Liguria e Toscana)». Pertanto, secondo l'opinione dell'esponente azzurro, l'insediamento della casa da gioco promuoverebbe e valorizzerebbe ulteriormente le attività presenti sul territorio e aumenterebbe, grazie ai proventi del gioco, le risorse da investire nel settore turistico e ricettivo.
Va da sé che, se la proposta diventasse operativa, andrebbe a colpire buona parte del «target» di giocatori che adesso vengono in Riviera. Tutto questo, proprio in un momento che, per la casa da gioco di Sanremo, pareva tornare sotto i migliori auspici: a marzo la casa da gioco ha introitato 9.031.992 euro, vale a dire 1.419.671 in più rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso che corrisponde a una crescita del 18,65 per cento. Salgono tutti i giochi tradizionali - +3,8 milioni di euro -, tranne le slot machine (una volta settore trainante) che perdono 757.123 euro e si fermano a 5,2 milioni. Bene anche la roulette, che incassa 1.392.969 in più rispetto al 2005. Un dato ancora negativo è quello degli ingressi: a marzo sono stati 22.032. Pare funzionare, dunque, la cura Christian Lefebvre, il manager esperto di marketing, dai primi di gennaio direttore generale del Casinò. «Abbiamo lavorato molto - spiega Lefebvre - e dobbiamo ancora lavorare tanto, un lavoro di squadra, focalizzato sul miglioramento della nostra offerta di prodotto e di servizi e su una maggiore attenzione alla soddisfazione dei nostri clienti. In questi tre mesi abbiamo cercato di conoscere meglio la nostra clientela, anche attraverso questionari per misurarne la soddisfazione che ci stanno fornendo elementi determinanti per alcune scelte in merito all'accoglienza, ai servizi e all'offerta di gioco». Nel frattempo, cresce anche l’«indotto»: a parte la ricaduta complessiva sul Casinò e sulla città dovuta al Festival, sono sempre più apprezzate le manifestazioni collaterali all’attività della sala da gioco, tra cui i tradizionali «Martedì letterari» ideati e curati da Ito Ruscigni cui partecipano i nomi noti della cultura, dell’arte, della letteratura, dello spettacolo e del giornalismo.


In questo momento, insomma, tutto ci vorrebbe per assecondare la tendenza favorevole alla ripresa fuorché un concorrente agguerrito, e facilmente usufruibile da chi ha «palanche» da buttare con fin troppa disinvoltura sul tavolo verde.

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