Rivolta in procura per il caso Henriquet, il benemerito fondatore dellassociazione «Gigi Ghirotti», assolto martedì dallinfamante accusa di detenzione di medicinali a base di sostanze stupefacenti, su richiesta del difensore, avvocato Massimo Boggio, ma soprattutto, fatto raro e eccezionale, con lavallo del procuratore capo Francesco Lalla, che ha riconosciuto davanti al giudice linsussistenza del suddetto reato contestato allindagato dal pubblico ministero Francesco Pinto, che ne aveva chiesto il rinvio a giudizio. Lintervento, non usuale, del dirigente della procura nelludienza preliminare, dove solitamente è presente il pm assegnatario del fascicolo è stato apprezzato dai numerosi estimatori del professore Henriquet e da tanti ammalati e dalle loro famiglie che hanno sempre trovato in lui un amorevole sostegno, ma ha scatenato la guerra a palazzo di giustizia. Una vera e propria insurrezione nei confronti del capo, visto che ben 18 pubblici ministeri su 22 hanno firmato un sorta di ricorso al Consiglio superiore della magistratura. Più esattamente si tratta di un quesito, in cui il Csm deve chiarire in particolare «se senza un formale provvedimento di revoca dellassegnazione, il procuratore possa, - in assenza di rilevanti problemi organizzativi che nel caso concreto non si pongono e che non sono stati addotti dal dirigente lufficio - designare se stesso per trattare in udienza un procedimento, impedendo e\o vietando al magistrato assegnatario di partecipare a detta udienza». In pratica, i pm contestano il fatto che il procuratore, senza aver avocato il procedimento, sia andato in udienza a chiedere il proscioglimento del presidente della Ghirotti, così escludendo il pm Pinto, che aveva richiesto di mandare sotto processo il professor Henriquet.
Il procuratore, che potrebbe anche rischiare dessere sottoposto a procedimento disciplinare da parte del Csm, sostiene di essersi sostituito al pm delludienza perchè le norme attualmente in vigore consentono di farlo. Lalla afferma che «il nuovo ordinamento giudiziario ha abrogato larticolo 3 del dispositivo di attuazione del codice di procedura penale il quale stabiliva che, ove possibile, il procuratore facesse andare in udienza il sostituto titolare delle indagini». Il procuratore insiste «sulla impersonalità dellaccusa» e con un riferimento dottrinale cita un esperto in materia, il professor Franco Cordero, famoso giurista, che in un manuale di procedura penale afferma che «appare connaturata al pm limpersonalità della funzione. É irrilevante lidentità dellinquirente, purchè ce ne sia uno».
Un fatto è comunque certo. Al nono piano del palazzaccio di Piccapietra, si respira aria pesante. Secondo i sostituti procuratori che hanno firmato il suddetto documento, tra i quali il segretario della sezione ligure dellAnm, Anna Canepa, e Valeria Fazio, dellesecutivo nazionale di Magistratura democratica, il procuratore, pur avendo espresso il suo dissenso in merito allesercizio dellazione penale contro lindagato, non aveva esercitato il suo potere di revoca dellassegnazione del fascicolo per cui il sostituto Pinto aveva formulato la richiesta di giudizio. Solo il 26 Lalla ha informato Pinto daver chiesto e ottenuto di essere designato al suo posto a rappresentare laccusa». Secondo i pm «ribelli», lintrpretazione delle norme da parte del capo «appare lesiva della dignità professionale del magistrato privato della possibilità di esercitare la sua funzione e di assumere le proprie autonome conclusioni in udienza». Ricordiamo che Lalla, nel corso dellistruttoria, aveva dimostrato di non condivedere limpostazione accusatoria, esprimendo il suo dissenso anche nei confronti di Pinto. Il 26 ottobre ha ottenuto dal procuratore aggiunto Morisani di discutere personalmente il processo di Henriquet.
Frattanto ieri sono proseguite le attestazioni di stima nei confronti di Henriquet. Tra gli altri il presidente del Consiglio regionale Giacomo Ronzitti, che ha espresso la sua presonale soddisfazione e quella dellassemblea per lassoluzione, rinnovando la solidarietà al professore.
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