Arezzo - In aula non c'è. Perché ha paura. L’agente di polizia, Luigi Spaccarotella, accusato di omicidio volontario per l’uccisione di Gabriele Sandri, il tifoso laziale morto lo scorso 11 novembre in un’area di servizio di Badia Al Pino, oggi non sarà in aula per l’udienza preliminare perché "c’erano timori per la presenza di ultrà e per le minacce che possono far pensare a un pericolo concreto". Lo ha spiegato davanti al tribunale aretino il legale dell’agente, Giampiero Renzo.
Minacce A chi chiedeva all’avvocato se Spaccarotella abbia ricevuto minacce dirette, il legale ha risposto: "Non lo posso dire, ma basta vedere i manifesti e le scritte che ci sono a Roma. Comunque noi non abbiamo presentato denunce". Riguardo l’assenza dell’agente stamani "Questo in parte mi rattrista - ha spiegato Renzo - perché speravo che il gup potesse vederlo in faccia, potesse vedere il suo sguardo che dall’11 novembre non è più lo stesso".
La famiglia Sandri "Sappiamo che è un processo limpido per cui non abbiamo paura di nessuna sorpresa", lo ha detto arrivando in tribunale il fratello di Gabriele Sandri, Cristiano, parlando dell’udienza preliminare. Cristiano era accompagnato dal padre Giorgio e dalla mamma Daniela. Quest’ultima in lacrime a chi le chiedeva di commentare l’assenza di oggi di Spaccarotella ha risposto fra le lacrime: "Non ha importanza, anche se gli danno 100 anni di punizione Gabriele non torna. Mio figlio non c’è più". Il padre di Gabriele, Giorgio, riguardo l’assenza di Spaccarotella ha invece detto: "Speravo che ci fosse, ma non ci credevo".
I legali "I testimoni sono totalmente inaffidabili, ci sono persone che vogliono far credere che la luna non esiste. Fuori dal tribunale sono sicurissimi di aver visto qualcosa e poi quando vengono sentiti tutto cambia". Lo ha detto l’avvocato Gianpiero Renzo, uno dei legali di Spaccarotella. Parlando dei testimoni che avrebbero visto l’agente sparare in direzione dell’auto su cui viaggiava Sandri "due dei testimoni hanno fornito ricostruzioni con incongruenze evidenti" ha aggiunto Renzo. "Riusciremo a rispondere a manipolazioni e strumentalizzazioni - ha continuato Renzo - la morte di Sandri è stata un tragico evento non voluto dal poliziotto". Renzo ha poi aggiunto che oggi chiederanno il rito abbreviato condizionato "se il giudice non accoglierà la nostra richiesta andremo al dibattimento". L’altro legale di Spaccarotella, Francesco Molino, ha spiegato che il rito abbreviato dovrà essere condizionato "allo svolgimento di alcuni atti: l’esame delle perizie di parte e un sopralluogo per capire come erano posizionati i testimoni".
Striscione Una ventina fra tifosi laziali, amici e parenti di Gabriele Sandri si è presentata stamani davanti al tribunale di Arezzo. Il presidio è pacifico e silenzioso. Gli ultrà hanno affisso uno striscione con scritto: "Giustizia per Gabriele", mentre alcuni familiari di Sandri, dopo l’ingresso dei genitori e del fratello di Gabriele in aula, hanno aperto un secondo manifesto con scritto: "È ora che sia fatta giustizia per Gabriele". I partecipanti al mini presidio hanno allontanato i giornalisti che si stavano avvicinando loro. Intanto nell’area di servizio di Badia Al Pino stamani sono comparse alcune sciarpe e biglietti in memoria di Gabriele.
Udienza annullata Tutto rinviato, di almeno due mesi, per un vizio di forma. L’avvocato Renzo ha spiegato che il gup Simone Salcerini ha accolto un’eccezione della difesa che sostiene che a uno dei due legali dell’agente non è stato notificato l’avviso di chiusura delle indagini.
I legali di Spaccarotella hanno quindi spiegato che è stato annullato il decreto di fissazione dell’udienza preliminare, e che la procura dovrà redigere un nuovo avviso chiusura indagini e notificarlo alle parti interessate. Per la fissazione della nuova udienza, hanno spiegato i legali, ci vorrà un mese e mezzo o due.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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