CENTO ANNI CON NANNARELLA

Molti gli eventi e le celebrazioni per festeggiare il centenario della nascita di Anna Magnani

Ma quale Alessandria d’Egitto! Nannarella è romanissima fin dalla nascita. A sfatare la leggenda popolare che vuole l’icona del neoralismo nata nella città egiziana è Giancarlo Governi, autore televisivo che già nell’82 per Bompiani aveva scritto una biografia della Magnani. Testo che adesso viene ripubblicato con aggiornamenti e nuovi documenti dalla casa editrice romana Minimum Fax.
Nannarella, spiega Governi, è nata a Roma in via Salaria 126, a pochi passi da Porta Pia, il 7 marzo del 1908. La madrea, Marina, la registrò all’Anagrafe, pochi giorni dopo la nascita, il 12 marzo. La nuova edizione della biografia di Governi si unisce ad una lunga serie di celebrazioni per il centenario di quella che rimane a tutt’oggi l’attrice più rappresentativa del cinama italiano del XX secolo.
L’intenso ed espressivo volto della Magnani, ad esempio, appare sul francobollo da 0,60 euro che le Poste Italiane emetteranno il prossimo 7 marzo in occasione del centenario della nascita. Tra incontri e dibatti (vedi la scheda a fianco), tra retrospettive e rassegne, è tutto un fiorire di iniziative per ricordare la vincitrice dell’Oscar come migliore attrice nel 1956 (il primo per un’attrice italiana) per La rosa tatuata di Daniel Mann. Cresciuta nella Roma popolana e vitale di inizio secolo, in una famiglia tutta di donne (oltre alla nonna c’erano cinque zie e un solo zio), Anna fu poi iscritta dalla madre in un collegio di suore francesi, poi lasciato per il liceo e la scuola di recitazione. Solo molti anni dopo, in seguito a ricerche condotte in gran segreto, Anna avrebbe conosciuto il cognome del padre (un calabrese di nome Del Duce) e si sarebbe riappacificata con le sue radici.
Nel frattempo però, sotto la guida di Silvio D’Amico, Anna Magnani era già diventata attrice, soubrette, cantante, dividendo i primi passi della carriera con Paolo Stoppa. Il suo vero pigmalione resta però Totò con cui fa compagnia nel ’41, finché‚ Vittorio de Sica le offre nello stesso anno la prima parte cinematografica di rilievo in Teresa Venerdì. Negli anni ’30 era comunque apparsa in molte pellicole di successo, incoraggiata da Goffredo Alessandrini che la sposò (infelicemente) nel 1935. Nel ’42, ebbe un figlio (Luca), frutto della breve relazione con Massimo Serato. Proprio quella gravidanza impedì a Luchino Visconti di scritturarla per Ossessione (1943), ma l’appuntamento con il destino era solo rimandato: due anni dopo Roberto Rossellini le offrì la parte della Sora Pina in Roma città aperta.

Da quell’autentico trionfo, Anna Magnani divenne l’icona assoluta di un nuovo cinema italiano, il neorealismo, che conquistava le platee di tutto il mondo, diretta da grandi maestri del calibro di Jean Renoir, George Cukor, Sidney Lumet, fino a Pasolini e Fellini.

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