Lo champagne scopre la bravura degli chef italiani

Cena assolutamente fuori dall’ordinario giovedì sera al Circle Club di Milano, circleclub.it, un circolo per coloro che desiderano usare beni di lusso come auto, barche, aerei, arte... senza possederli, in affitto in pratica. L’unicità sta nella presenza dello chef de cave della Maison Perrier-Jouët, Hervé Deschamps, che dalle cantine di Epernay ha portato, oltre al Gran Brut, quattro annate (e due tipologie) diverse di Belle Epoque, champagne che tutti conoscono, anche gli astemi, per gli anemoni disegnati nell’Ottocento da Emile Gallé sul vetro e da allora mai abiurati. Nei calici sono via via state servite le annate 1999, 1996 (in magnum) e 1995 (jeroboam), con il rosé magnum 2002 sul dessert.
L’unicità è soprattutto nel fatto che una cantina francese, con quasi due secoli di storia, abbia scelto di far interpretare i suoi vini a un cuoco italiano. Certo, per noi Massimo Bottura, chef e titolare della Osteria Francescana a Modena, 059.210118, è una superstar, applauditissimo all’ultimo Mejor de la Gastronomia a San Sebastian in Spagna, ma per i nostri cugini questo non è affatto scontato.

Con questa scelta hanno voluto invece far capire come l’eccellenza delle bollicine può accompagnare il top della cucina italiana contemporanea: Croccantino di foie gras e Tagliata di crostacei, Baccalà mantecato (paradisiaco) e Riso di champagne grigio e nero, Coda di rospo in crosta di guanciale e Bavarese di foie gras...

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