Ciak! Si gira... I battiti di un tempo travolgente

La Casa è stata partner della 37ª edizione del Torino Film Festival

Fabrizio Rinversi

Il cinema ha fatto tappa a Torino, dal 22 al 30 novembre scorsi, per la 37° edizione del Torino Film Festival, una rassegna cinematografica dai profondi contenuti culturali, focalizzata, in particolare, sul cinema di autori esordienti, sull'innovazione del linguaggio cinematografico, sugli strumenti tecnici e sulla sperimentazione. Insomma, un vero e proprio festival cinematografico metropolitano, diretto dal 2014 dalla nota critica cinematografica Emanuela Martini (nella foto con il regista Brian Welsh e il brand manager Hamilton per l'Italia, Matteo Sovera. Hamilton, dallo scorso anno, è partner ufficiale di tale evento, con cui condivide i valori della qualità propositiva, dello spirito pionieristico e del sostegno ai nuovi talenti. La Maison, il cui link con l'universo cinematografico è prossimo alle novanta primavere (era il 1932 quando un Hamilton comparve in «Shanghai Express» di Josef von Sternberg, con Marlene Dietrich), da undici anni è promotrice e organizzatrice della manifestazione «Hamilton Behind the Camera Awards», premio alle figure professionali che hanno lasciato un'impronta personale nell'industria del cinema. In questo contesto, va inquadrato il riconoscimento «Hamilton Behind The Camera Award - Torino Film Festival», assegnato al trentottenne regista scozzese Brian Welsh, per il film «Beats», ambientato a Glasgow, nel 1994: racconto reale di ragazzi appartenenti ad una generazione inquieta che, attraverso i «battiti» ripetitivi della musica «rave», cercano una dimensione attraverso la condivisione dell'esperienza e, soprattutto, dell'amicizia, per poter scrivere liberamente il proprio futuro e non percorrere quello tracciato da altri per loro. Una regia in bianco e nero asseconda molto bene un ritmo serrato di dialoghi intensi in puro slang scozzese, che arrivano al cuore di un mood espressivo crudo e rabbioso, sullo sfondo di una colonna sonora travolgente.

Hamilton ha ritrovato i principi dell'autodeterminazione e dell'audacia espressi da «Beats», nella propria storia, ben rappresentati dal Khaki Field Murph (ispirato dal «protagonista» del kolossal «Interstellar» del 2014), in acciaio da 42 mm, impermeabile fino a 10 atmosfere: quadrante nero mat, indici e lancette a luminescenza beige, automatico con 80 ore di riserva di carica.

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