Cime, rifugi, arrampicate: che cosa mettere nello zaino

La scelta dell’abbigliamento e delle scarpe è fondamentale. Attenzione anche alla lunghezza delle corde. L’importanza della magnesite

Lorenzo Scandroglio

Dopo la lunga attesa invernale finalmente ci siamo. Pronti ai nastri di partenza, tutti gli appassionati che da tempo stavano programmando le cime, le creste, i rifugi, le traversate per l'estate 2006, sono in fibrillazione. È il momento di preparare lo zaino. Che cosa metterci dentro è però non di rado operazione lunga e faticosa, afflitta dall'eterno dilemma fra necessità di completezza e di sintesi estrema.
L'individuazione degli obiettivi è, in tutte le cose, preliminare al reperimento di mezzi e strumenti per raggiungerli. Quali mete vi siete prefissi per questa estate? Pensate di andar per prati fioriti o per ghiacciai?
Escursionismo
Per l'escursionismo facile di media lunghezza (livello E nella scala di difficoltà, che sta per «escursionistico»), sono sufficienti scarpe non troppo alte con suola scolpita relativamente morbida e membrana in gore-tex; rispetto allo scarpone hanno il vantaggio della calzata comoda e del peso leggero. Per eventuali brevi tratti innevati sopra ai 2500 m è consigliabile portarsi un paio di ghette. Naturalmente i bastoncini telescopici sono di grande aiuto, per non dire necessari.
Lo zaino, se l'escursione si esaurisce in giornata, dovrebbe avere una capienza attorno ai 30 litri. 40 in caso di escursione con pernottamento. Non dimenticate una giacca a vento leggera ma termicamente efficace e resistente alla pioggia. Un paio di guanti leggeri e quella dose necessaria di buon senso che permette di scegliere l'abbigliamento base adeguato (pantaloni, maglietta, pile, berretto...). Una piletta frontale e un telo termico possono tornare utili, quest'ultimo per improvvisare un giaciglio d'emergenza o un riparo dalla pioggia. Infine acqua e barrette.
In caso di escursione impegnativa (EE, «per escursionista esperto») la differenza principale rispetto all'escursionismo facile riguarda la scelta della calzatura, più alta, dalla suola scolpita più rigida.
Arrampicata
L'arrampicata in falesia di monotiri (dove cioè è sufficiente distendere una sola volta la corda nella sua estensione) richiede, oltre alle scarpe comode per l'avvicinamento alla parete, le scarpette tecniche con mescola di gomma. Scegliete scarpette molto strette nel senso che la sensibilità del piede sulla roccia deve essere totale, anche a costo di soffrire un poco; i monotiri sono brevi, tra i 20 e i 35 metri, e il supplizio non è prolungato. Le scarpette vanno messe quando si attacca la parete e tolte subito dopo. Per il resto occorrono: corda intera da 70 metri, imbraco, 10-14 rinvii, 3 moschettoni a ghiera, secchiello o gri-gri (per sapere che cosa sono rinviamo al manuale consigliato), sacchetto della magnesite (la magnesite, cosparsa sui polpastrelli delle mani, conferisce loro maggiore aderenza).
Alpinismo facile
Luglio e agosto sono i mesi buoni per le ascensioni su creste e ghiacciai sui «quattromila» delle Alpi. Un esempio su tutti è quello della Capanna Margherita (4554 m.) sulla cima Gnifetti del Monte Rosa, rifugio più alto d'Europa e sorta di Mecca per appassionati di tutto il mondo. La gita è simile a un lungo trekking su ghiacciaio, anche se non deve essere sottovalutata perché l'ambiente è severo e pieno di insidie, considerata la presenza di numerosi crepacci.


Per la parte alta dell'itinerario occorrono scarponi alti, rigidi e ramponabili, ramponi da ghiacciaio, corda da 40 metri per cordate da 2, 3 o 4 escursionisti (l'avanzamento in cordata consente di assicurare l'eventuale caduta in crepaccio, o scivolata, di uno dei suoi membri), piccozza classica, un chiodo da ghiaccio, cordini, abbigliamento invernale, occhiali e creme da sole.
lorenzo.scandroglio@tin.it

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