Il commento Duccio, lucide follie per un’altra Genova

Come spesso capita, ieri Riccardo Garrone è intervenuto su molti temi della vita cittadina.
Trattandosi della personalità più autorevole, forte e scomoda esistente in città, è anche normale che Garrone esterni su tutto ciò che lo riguarda. E, fra l’altro, meno male che Duccio c’è. Si può essere d’accordo o in disaccordo con lui, su un punto o su tutto, ma è uno dei pochissimi, spesso l’unico, che si oppone al clima limaccioso e alla mucillagine (per usare una metafora cara al Censis) che regna in città.
Giusto per raccontare il diverso impatto delle ultime esternazioni di Garrone, le racconto in prima persona, per dire cosa ne penso io.

A partire dalle più popolari, ma secondo me assolutamente meno interessanti, quelle sul calcio: non condivido minimamente il suo parere attuale su Beppe Marotta, che era e resta un fuoriclasse del calciomercato (anzi, in passato, sbagliai io a criticarlo duramente), così come non condivido l’idea che con Cassano, Palombo e Pazzini in campo saremmo qui a raccontare un altro mondiale. (E vale anche per Criscito e Bocchetti). Non scherziamo.
Però, per l’appunto, qui si parla di calcio, l’argomento (...)

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