Contestazione Samp: «Levatevi la maglia»

Contestazione Samp: «Levatevi la maglia»

Un tenore di vita «molto alto», che non va d’accordo con lo stipendio di un sacerdote della diocesi genovese. Continuano le indagini a carico di don Riccardo Seppia, il parroco di Sestri Ponente arrestato venerdì scorso per abuso su minore e cessione di stupefacenti. E il fascicolo dell’inchiesta potrebbe diventare più pesante, arricchendosi anche di un ulteriore (particolarmente odioso), capo di imputazione relativo al reato di induzione e sfruttamento di prostituzione minorile. Le indagini, infatti, stanno cercando di accertare se le frasi emerse durante le intercettazioni telefoniche e ambientali, pronunziate durante i colloqui con il pusher nordafricano che gli procurava la cocaina, possano essere relative a un vero e proprio rapporto di domanda-offerta. Ma questo è solo un capitolo dell’inchiesta sul sacerdote pedofilo e cocainomane condotta dai Nas di Milano. Secondo quanto appreso, infatti, i carabinieri sarebbero particolarmente interessati ai conti correnti del sacerdote. Ieri , poi, si è avuta notizia di telefonate dal contenuto minaccioso arrivate ai genitori del don che vivono a Sestri Ponente e sono conosciuti nella delegazione: i famigliari dell’uomo però non avrebbero sporto denuncia. Intanto il figlio è detenuto in regime di isolamento. Si sa che appena entrato nel carcere di Marassi don Seppia ha chiesto di poter vedere subito uno psicologo ed è stato accontentato. Intanto viene valutata la possibilità di «appoggiare» il sacerdote ad una struttura Sert a causa della sua tossicodipendenza. Lo si apprende da fonti interne al carcere. Don Seppia, che era stato sottoposto a regime di massima sorveglianza per paura di atti autolesionisti dopo il colloquio con lo psicologo è stati riportato nella sezione isolamento, lontano dai detenuti a regime corrente. I carabinieri del Nas di Milano e di Genova e del comando provinciale del capoluogo ligure proseguono nelle indagini. Ieri si sono svolti controlli sul pc del parroco indagato e sono stati ascoltati, nel massimo riserbo, i minori che sarebbero coinvolti nella vicenda.

È stata perquisita l’abitazione del seminarista con cui don Seppia aveva scambiato messaggi sms. Intanto le indagini si svolgono anche fuori Genova. Accanto al filone della pedofilia, gli investigatori seguono quello della droga.

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