Premessa, doverosa, per il lettore. La notizia era (ne abbiamo scritto ieri): il giudice assolve Esselunga e il suo presidente Bernardo Caprotti, autore del libro «Falce e carrello», dallaccusa di diffamazione ai danni di Coop Liguria. Lo stesso giudice, «in parziale accoglimento della domanda» avanzata dalla Coop Liguria, condanna Esselunga e Caprotti al pagamento di 50mila euro alla controparte (a fronte dei 30 milioni richiesti!) che verranno devoluti al Gaslini, a titolo di risarcimento dei «danni non patrimoniali» (mentre la società cooperativa di consumo aveva chiesto anche la liquidazione di ingenti danni patrimoniali, in termini di mancato guadagno, per le affermazioni sostenute nel libro). Tutto finito qui, nella querelle Esselunga-Coop, due colossi della distribuzione che si fronteggiano in aperta concorrenza? Neanche per sogno. Ieri è arrivata la replica della Coop. Con dichiarazioni trionfalistiche: «Abbiamo vinto noi, in giudizio: 3-1. Ora però vogliamo trionfare, come meritiamo, 4-0» fa uno dei legali che hanno assistito la società nella causa.
Quindi farete appello? insinua il cronista. E immediatamente arriva la brusca frenata del presidente Francesco Berardini: «Un momento, aspettiamo, ora valuteremo. Non abbiamo ancora deciso nulla». Nel frattempo, Coop Liguria vorrebbe mettere in chiaro che non ha mai ricevuto favoritismi dal potere politico-amministrativo: «Lo dimostra - sottolineano anche Bruno Cordazzo e Remo Checconi, già esponenti del vertice cooperativo - anche il fatto che dal 1995 non abbiamo ottenuto lautorizzazione ad aprire in via Piave». Però - incalzano ancora i cronisti - avete aperto a Rivarolo, dove Esselunga era stata bloccata dal Tar. «Certo, ma abbiamo dovuto chiudere altri due punti vendita equivalenti, cosa che non poteva fare il nostro concorrente. Il quale, del resto, nellimpossibilità di aprire ci ha offerto di acquistare la struttura». Immediata la controreplica di Caprotti: «Io sono soddisfatto della decisione presa dal giudice perché stabilisce che il mio libro dice solo verità. Il tribunale ha sancito che non ho diffamato nessuno e raccontato solo episodi documentati. Ma siccome sono stato condannato a pagare 50mila euro, a fronte di una richiesta di 30 milioni, la prossima volta dirò che Coop è migliore di tutti». Insomma, non cè pace fra i Coppi e Bartali nazionali della grande distribuzione, ma non cè neppure in vista unaltra guerra. Che siano troppe le incertezze dei mercati - da leggere: la contrazione dei consumi, leconomia che tarda a invertire la rotta - per perdere tempo in tribunale? In questo senso, entrambi i giganti del supermercato potrebbero (dovrebbero) optare per una tregua.
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