«Così anche il golf diventa sport di squadra»

Se c’è uno sport individuale per eccellenza – e forse un po’ individualista – quello è il golf. Sul green, prima ancora di gareggiare contro un avversario, si gioca contro sé stessi. E, comunque, si è sempre giocato per sé stessi. Il Corporate è stato in grado di sovvertire anche questa regola introducendo una vera logica (e tattica) di squadra.
Ha insegnato a pensare al plurale, a “coprire” gli eventuali errori dei compagni e a chiamarli in aiuto dei propri. Ha introdotto il senso di appartenenza ad un team, che va oltre l’individualismo tipico del golfista; ha introdotto il piacere per un risultato conquistato da quattro compagni, là dove – in genere – la gratificazione nasceva solo dalla propria personale performance.
Il Challenge ha portato una nuova cultura e questo non è certamente poco.

Ma, soprattutto, la sua non è rimasta una voce isolata. Ha fatto scuola, come dimostra la moltiplicazione di formule simili, ma non certo analoghe. Perché la vera sfida sta nel dettare un costume e non semplicemente nel seguire una moda.

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