«Costruzioni, in fumo 142 miliardi» l'intervista »

«Costruzioni, in fumo 142 miliardi» l'intervista »

L'Italia è un Paese che in molti settori ha costruito suo benessere e fortune sul proprio ingegno. Settori di eccellenza come quello dell'arredamento, dell'abbigliamento e del food, da sempre portano alta la bandiera della creatività nazionale in tutto il mondo. Non è un caso, quindi, se in questi mesi FederlegnoArredo (con altre associazioni di settore rappresentate da Confindustria), si è battuta strenuamente per spingere la Commissione Ue a riconsiderare la propria decisione di ritirare la proposta di regolamento sul Made In e a rimetterla in agenda per l'anno 2013. Lo scorso 23 ottobre, infatti, nel pianificare il programma di lavoro per il 2013, Bruxelles ha messo da parte questo regolamento che diversamente, se adottato, obbligherebbe tutti i Paesi membri a indicare l'origine delle merci provenienti da Paesi terzi, favorendo così una vera valorizzazione dell'alta qualità della produzione manifatturiera nostrana. Grazie alla spinta delle associazioni italiane e degli altri Paesi maggiormente interessati al Made In, il 17 gennaio scorso il Parlamento europeo ha approvato a larga maggioranza una risoluzione (non vincolante) con la quale chiede alla Commissione di riconsiderare la propria posizione nell'agenda 2013.
La battaglia di FederlegnoArredo per l'approvazione di tale regolamento è un esempio della grande attenzione che il settore legno-arredo italiano sta ponendo ai temi della lotta alla contraffazione e della trasparenza sui mercati.

«Quarantamila milioni di miliardi delle vecchie lire. Uguale a 20mila miliardi di euro. Cifre impensabili, paurose. Tanto ha sprecato il nostro Stato negli ultimi 30 anni. Senza questi sperperi oggi saremmo un Paese migliore».
Breve riflessione di Andrea Negri, patron della Mp Spa (leader in Italia per la produzione di parquet in rovere, larice, bambù e teak), presidente di Made Eventi e membro del direttivo di FederlegnoArredo, per sottolineare ancora una volta la gravissima congiuntura economica, ma soprattutto per introdurre le iniziative di Made Expo 2013 per lo sviluppo dell'internazionalizzazione.
Presidente, nuova formula, nuove aspettative.
«Vero, da quest'anno Made Expo con tre sostanziali caratteristiche: verticalità, internazionalità e biennalità. Verticalità perché sono stati identificati sei saloni fortemente specializzati (costruzioni e cantiere, involucro e serramenti, finiture e interni, città e paesaggio, sotware e hardware, energia e impianti). In uno di questi saloni ci sarà una novità assoluta che coinvolge tutto il mondo della ceramica con una ridefinizione dinamica del mercato, mettendo in evidenza le capacità di applicazione di questo prodotto. E visto che non c'è ceramica senza bagno, o viceversa, ci sarà un padiglione specifico di tutto l'arredo-bagno. Infine la cadenza biennale dell'evento».
Avete già definito importanti accordi con il Consorzio Exo e con Unicredit.
«Il consorzio Exo, che raggruppa tutte le più importanti aziende mondiali del tendaggio, si occupa di tutto ciò che completa il settore dell'involucro e del serramento. Poi c'è l'accordo con Unicredit, riservato alle aziende che parteciperanno a Made Expo e che daranno la loro adesione entro il 22 febbraio. L'accordo prevede due possibilità: usufruire di uno sconto secco del 4% su tutto, oppure pagare il costo complessivo della partecipazione alla fiera in 12 mesi. Gli interessi saranno a carico della società Made Expo».
Ma quanto è internazionale Made Expo?
«Già lo scorso anno abbiamo fatto un notevole passo avanti, confermando la presenza di oltre 30mila stranieri. In particolare abbiamo creato un comitato (presidente Silvio Santambrogio, ad di TreP & Tre Più, esperto di mercati esteri) con l'obiettivo di dare sviluppo e continuità ai progetti di promozione internazionale. A questo proposito posso annunciare che il mese prossimo (12-15 marzo) parteciperemo al meeting di Cannes con un stand per incontrare progettisti, contractor e investitori immobiliari per portarceli al Made Expo».
Lei è anche il vicepresidente di Federcostruzioni, un settore massacrato...
«Falso... Stramassacrato. Il comparto, comprese tutte le filiere, valeva 353 miliardi di euro l'anno, nel 2012 ne ha persi 142. Miliardi, ovviamente. La federazione sta tentando di inserire nell'agenda dei politici il tema delle costruzioni. Un tema dominante, che poi è il vero motore del Paese. Basti dire che abbiamo una situazione di “non controllo” per cui lo Stato spende - sprecando - senza saperlo. Niente di programmato. Mi spiego: basterebbe il ricondizionamento degli edifici esistenti per fare ripartire la macchina».
Tre telegrammi su tre cose d fare.
«Premesso che c'è una grande collaborazione con le principali associazioni del mondo delle costruzioni, e Made Expo è la fiera di riferimento di questo mondo, è necessario che lo Stato paghi i debiti che ha contratto con le imprese (30 miliardi solo per il nostro comparto).

Secondo: programmare lo sviluppo delle città basato sulla ristrutturazione e riconversione degli edifici esistenti, fino alla demolizione e ricostruzione. Terzo: siamo i migliori costruttori del mondo. Chiediamo un programma serio di internazionalizzazione delle costruzioni. Sappiamo che gli stranieri ci aspettano a braccia aperte. Ma nessuno si muove».


Andrea Negri

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