Cronaca internazionale

Usa, colpo di scena nel caso Weinstein: annullata la condanna per stupro

La più alta corte di New York ha annullato la condanna per stupro di Harvey Weinstein del 2020: il giudice del processo che ha presieduto il caso aveva commesso un "errore cruciale"

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La Corte d'appello dello stato di New York ha annullato la condanna di Harvey Weinstein per reati sessuali risalente al 2020, dopo aver scoperto che il giudice di quel processo aveva emesso sentenze improprie nei confronti del produttore hollywoodiano. Nonostante la svolta improvvisa e l'ordine di celebrare un nuovo processo, per Weinstein si tratta di una vittoria di Pirro, considerando che il 72enne, dopo aver già scontato lunghe pene detentive in due città ed esser stato inchiodato dalle testimonianze pubbliche di quasi 100 presunte vittime - le cui storie hanno costituito la pietra angolare del movimento #MeToo - si porta ormai dietro un'immagine pubblica compromessa.

La svolta nel caso Weinstein

Con una decisione a stretta maggioranza - 4-3 - la Corte d'Appello di New York ha stabilito che il giudice del processo che ha presieduto il caso aveva commesso un errore cruciale, consentendo ai pubblici ministeri di chiamare come testimoni una serie di donne che affermavano che Weinstein le avesse aggredite, ma le cui accuse non facevano parte dell'impianto istruttorio nei confronti del produttore. In attesa del nuovo processo, l'uomo rimarrà comunque in una prigione della California perché giudicato colpevole a Los Angeles, nel 2022, di un altro stupro (e condannato a 16 anni di carcere).

In termini legali la sua condanna a New York è sempre stata controversa e i suoi appelli hanno sempre avuto una possibilità. L'avvocato di Weinstein, Arthur Aidala, ha dichiarato al New York Times che la decisione "non è stata solo una vittoria per il signor Weinstein, ma per ogni imputato nello stato di New York, e ci complimentiamo con la Corte d'Appello per aver sostenuto i principi più elementari".

"Questo è un giorno scioccante e scoraggiante per le sopravvissute ad aggressioni sessuali", ha affermato Jane Manning, direttrice del progetto Women's Equal Justice ed ex procuratore per crimini sessuali. "Questo dimostra semplicemente quanto lavoro ancora dobbiamo fare tutti, per portare avanti gli ideali del movimento MeToo", ha aggiunto. Ashley Judd, la prima attrice a farsi avanti con accuse contro Weinstein, contattata al telefono dal NYT ha detto che la decisione "è ingiusta nei confronti dei sopravvissuti". "Viviamo ancora nella nostra verità. E sappiamo cosa è successo" ha quindi concluso.

La fine del movimento #MeToo?

Weinstein, come detto, non verrà rilasciato a seguito di questa decisione. Verrà processato attraverso il sistema giudiziario di New York e inviato in California per continuare lì la sua condanna per crimini sessuali. Nello specifico: per aver praticato sesso orale con la forza su un assistente di produzione televisiva e cinematografica nel 2006 e per stupro di terzo grado per un'aggressione a un'aspirante attrice nel 2013

Nel 2020, Lauren Young e altre due donne, Dawn Dunning e Tarale Wulff, riferirono in aula sui loro incontri con Weinstein ai sensi di una legge statale che consente la testimonianza di "precedenti comportamenti malevoli" per dimostrare un modello di comportamento. Ma la Corte d'Appello ha affermato che "l'accusato ha il diritto di essere ritenuto responsabile solo per il crimine contestato".

Il ribaltamento della condanna di Weinstein è la seconda grande battuta d'arresto del #MeToo negli ultimi due anni, dopo che la Corte Suprema degli Stati Uniti ha rifiutato di esaminare un appello contro la decisione di un tribunale della Pennsylvania di respingere la condanna per violenza sessuale di Bill Cosby.

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