Cronache

Ryanair non aspetta: resta a terra 16enne in chemioterapia

Ryanair ha lasciato a terra una 16enne in chemio che si era presentata con qualche minuto di ritardo al check-in. Lo zio: "Non hanno avuto un briciolo di umanità"

Ryanair non aspetta: resta a terra 16enne in chemioterapia

Lunedì 18 marzo alle 5:45 una ragazza di 16 anni, reduce dal terzo ciclo di chemioterapia, si è presentata al check-in del volo Ryanair per rientrare a casa: l'orario di partenza per il ritorno vicino Oristano era previsto alle 6:50. "Prossima partenza? Mercoledì". La compagnia di volo ha così vietato l'imbarco: ma grazie all'ostinazione dello zio accompagnatore - si legge su La nuova Sardegna - la ragazza è riuscita lo stesso a tornare a casa verso tarda serata, mediante un volo Blue Air partito da un'altra città.

Le parole dello zio

Lo zio ha ricostruito l'episodio: "Dopo circa venti minuti di fila, alle 6.10 ero davanti all'operatrice, mentre mia nipote attendeva seduta insieme alla mamma. Alla presentazione dei biglietti mi sento dire: "Abbiamo chiuso da qualche minuto l'imbarco bagagli e non possiamo fare più nulla". Non sono bastate le spiegazioni circa lo stato di salute della ragazza: "La signora ha continuato a risponderci che non poteva fare nulla e ci ha invitato perentoriamente a rivolgerci a un'altra postazione (che poi ho scoperto essere l'ufficio vendite). Erano le 6.20, ho fatto la fila anche lì, sono arrivato davanti all'operatrice alla quale ho spiegato ancora una volta la situazione. Ha guardato sul monitor e dopo alcuni interminabili minuti ci ha detto che saremmo dovuti rimanere a Bologna fino al mercoledì successivo, giorno del primo volo utile per tornare ad Alghero".

Vane sono state anche le lacrime della madre che ha chiesto un "briciolo di umanità". Niente da fare: risposte ancora negative. Perciò i tre hanno comunque tentato l'imbarco: "Ci precipitiamo trafelati al controllo passeggeri e alle 6.40 arriviamo al gate di imbarco. Avevano appena chiuso le porte. L'aereo era al di là del vetro, stava ancora imbarcando i passeggeri. Altre implorazioni fino alle 7. Inutili come le precedenti". Lo zio ammette che l'unico errore compiuto potrebbe essere stato quello di "non essere arrivati in aeroporto un'ora prima perché questo a quanto pare si deve fare quando è prevista l'assistenza al passeggero. Ma noi abbiamo detto che avremmo rinunciato. A quel punto allora perché non imbarcarci?". E conclude commentando amaramente quanto successo: "Una persona malata e debilitata dalle cure, non dovrebbe mai subire un disagio simile.

Non hanno avuto un briciolo di umanità".

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