Cronache

Anni di referti medici, ma il Tribunale assolve l'uomo dall'accusa di maltrattamenti

Spinte, pugni, calci, insulti. Secondo il giudice però si trattava di "conflittualità reciproca". Le lesioni erano dovute ad "atti episodici"

Anni di referti medici, ma il Tribunale assolve l'uomo dall'accusa di maltrattamenti

Tutti i certificati medici rilasciati dai pronto soccorso in otto anni non hanno alcun valore. Per questo motivo un uomo è stato assolto dall'accusa di maltrattamenti ai danni dell'ex compagna. Lo ha stabilito la sentenza con cui un giudice del tribunale di Torino ha chiuso un processo sul difficile rapporto fra un 41enne e la sua ex compagna. La convivenza tra i due si è conclusa dopo otto anni, quando lei ha scoperto che lui la tradiva con una sua amica. Nel frattempo la coppia ha avuto due bambini.

Le motivazioni

Quanto stabilito dalla sentenza è dovuto al fatto che in alcuni casi le lesioni non hanno a che fare con il comportamento dell'uomo. Ma soprattutto perché si tratta di episodi sporadici, nati da "situazioni contingenti e particolari" che non riconducono "all'imposizione di un sistema di vita tale da porre la vittima in uno stato di prostrazione sia fisica che morale".

Ma l'imputato è, comunque, colpevole di qualcosa. Dopo aver lasciato casa, ha smesso di contribuire al mantenimento dei figli perché "non ho un impiego", aveva dichiarato. Per questo l'uomo è stato condannato a sei mesi di carcere, con la condizionale, per violazione degli obblighi di assistenza familiare.

Le violenze

Spinte, pugni, calci, insulti. Secondo il giudice però si trattava di "conflittualità reciproca. Era un litigio continuo, dovuto al fatto che l'imputato, da quando era stato licenziato, non si era adoperato per trovare un lavoro. Lui insultava, ma anche lei rispondeva agli insulti".

Le lesioni sono dovute ad "atti episodici", si legge nella sentenza.

"Dall'esame della persona offesa e dei testi non è emersa, riguardo al reato di maltrattamenti, una situazione di sottoposizione della donna a una serie di atti di vessazione continui e tali da cagionare un disagio continuo e incompatibile con normali condizioni di vita".

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