Arrestata la "lady delle fatture false". 100 milioni di operazioni inesistenti

È finita in carcere Marisa Rigon, imprenditrice vicentina che avrebbe organizzato con Virgilio e Michele Paganin (padre e figlio), un sistema fraudolento finalizzato all'evasione dell'Iva

Arrestata la "lady delle fatture false". 100 milioni di operazioni inesistenti

È finita in carcere Marisa Rigon, imprenditrice vicentina che, secondo le indagini della Gdf di Padova, avrebbe organizzato con Virgilio e Michele Paganin (padre e figlio), titolari della Nordigross S.r.l., un vero e proprio colosso nel mercato della grande distribuzione alimentare di bevande, un sistema fraudolento finalizzato all'evasione dell'Iva, incentrato su una ventina di società "cartiere" (missing trader), in Italia ed all'estero. Nei suoi confronti il Gip del Tribunale di Vicenza ha disposto, tenuto conto dell'elevato pericolo di reiterazione di analoghi reati, la misura cautelare della custodia in carcere, nonché il sequestro preventivo di denaro, beni o altre utilità appartenenti al patrimonio personale fino a un valore corrispondente a circa 1,7 milioni di euro.

Nei confronti dei Paganin, indagati per associazione per delinquere ed una serie di reati tributari, e della Nordigross, il sequestro preventivo ammonta invece ad oltre 6,2 milioni di euro. Gli indagati sono in tutto 68, a vario titolo per i reati di associazione per delinquere, utilizzo ed emissione di fatture per operazioni inesistenti, occultamento e distruzione di documenti e scritture contabili omessa presentazione della dichiarazione. Oltre all'ordinanza di custodia cautelare ed al decreto di sequestro preventivo, le Fiamme Gialle di Padova, con la collaborazione dei Reparti del Corpo competenti per territorio e dei funzionari dell'Ufficio Antifrode dell'Agenzia delle Entrate, hanno anche eseguito 120 perquisizioni locali e domiciliari nelle province di Padova, Vicenza, Rovigo, Treviso, Verona, Venezia, Udine, Trento, Milano, Brescia, Torino, Ferrara, Lucca, Chieti, Roma, Latina, Caserta, Napoli, Foggia, Sassari e Messina, alla ricerca di documentazione utile alle indagini. Secondo le indagini delle Fiamme Gialle di Padova sarebbe stato consolidato il sistema fraudolento organizzato dalla Rigon e dai Paganin, che avrebbe consentito, dal 2009 ad oggi, alla società di ottenere merci (bevande alcoliche e non) sottocosto da immettere sul mercato, conseguendo una posizione dominante nel settore della grande distribuzione alimentare, a danno di altre imprese che hanno invece operato correttamente.

Il meccanismo attuato sarebbe quello dell'interposizione di società "cartiere" missing trader ovvero "filtro", tra il primo venditore, normalmente identificato in una società comunitaria regolarmente operante nel settore della vendita di bevande, e l'acquirente finale Nordigross. In realtà le bevande passavano direttamente dal primo venditore a Nordigross mentre l'interposizione delle società cartiere, che compravendevano la stessa partita di beni nel breve volgere di alcuni giorni, senza operare ricarichi o in perdita, e che risultavano inadempienti a tutti gli obblighi fiscali, era finalizzata a fini di frode del fisco (indebita detrazione e compensazione dell'Iva). Spesso la partita di beni risultava introdotta in Italia ad opera di società con sede in Paesi comunitari e, quindi in esenzione Iva; società che le autorità straniere comunicavano essere delle missing trader. In pratica si trattava di società cd. 'conduit' che, in caso di merci già nazionalizzate, avevano la funzione di far apparire le stesse come provenienti da un fornitore comunitario e, in quanto tali, esenti da imposizione Iva. L'Iva versata da Nordigross alla cartiere (in tutto 20, di cui 3 in Slovenia e 1 in Romania), e da queste non versata all'erario, veniva poi restituita alla società vicentina sotto forma di vendita sottocosto (15% e oltre rispetto al prezzo di acquisto) e di restituzione in contanti (pari all'1% del valore della fornitura). Le società interposte svolgevano attività meramente cartolare, secondo le indagini delle Fiamme Gialle, essendo le sedi sociali inesistenti, mancando una struttura operativa idonea, essendo formalmente amministrate da "uomini di paglia", retribuiti all'unico scopo di apparire formalmente amministratori.

La sequenza dei passaggi tra società e società, ricostruita dai militari della Guardia di Finanza e dai funzionari dell'Agenzia delle Entrate, veniva artificiosamente allungata allo scopo di utilizzare cartiere che, grazie alla sistematica evasione dell'Iva, permettevano a Nordigross di acquistare sottocosto e, contemporaneamente, di porre ingenti volumi di Iva in compensazione con quella a debito.

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