Autobus dirottato, bimbi sotto choc: "Hanno paura dei coltelli"

"Mia figlia ha gli incubi di notte e non vuole vedere che usiamo i coltelli". I genitori dei bimbi sequestrati sull'autobus a San Donato Milanese testimoniano nel processo contro Ousseynou, il senegalese accusato per la strage

Autobus dirottato, bimbi sotto choc: "Hanno paura dei coltelli"

Incubi, fobie e ansie notturne. Sono gli strascichi dei bimbi sequestrati sul bus che fu dirottato, e poi dato alle fiamme, da Ousseynou Sy, 47enne senegalese, lo scorso 20 marzo. Quest'oggi, davanti alla corte d'Assise di Milano, i genitori delle piccole vittime, hanno testimoniato contro il nordafricano accusato di sequestro di persona, strage e incendio.

Terrore allo stato puro. Sono trascorsi mesi dalla terribile circostanza ma non abbastanza per dimenticare quella devastante sensazione di essere ad un passo dalla morte. Perché sì, la follia di Ousseynou Sy è stata tale da far presagire un infanticidio di massa, un attentato per il quale a farne le spese sarebbe stata una giovane scolaresca di Crema in gita a Milano. E se l'odio del senegalese, quello esploso in un delirio scellerato nei confronti di innocenti creature, non ha attenuanti, sicuramente ve ne sono per coloro che hanno respirato l'odore della benzina sulla tappezzeria del bus. Quei 50 bimbi hanno ancora tanta paura.

"Qualche giorno fa, mentre stavamo facendo l'albero di natale, mi è caduta una fascetta da elettricista. Mia figlia l'ha raccolta ed è scoppiata a piangere". Lo ha raccontato in aula la mamma di una ragazzina ostaggio del 47enne insieme ad altri compagni di classe. Quell'indimenticabile mercoledì, due classi della scuola media Vailati di Crema, con anche due insegnanti e una bidella, finirono inspiegabilmente nel mirino di Osseynou. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, il 47enne costrinse la bidella a legare i polsi dei bambini con delle fascette da elettricista. Un ricordo amaro che è impresso come un marchio a fuoco nella memoria di quei bimbi innocenti. "Nei giorni successivi all'episodio – continua la mamma – mia figlia era molto agitata, ansiosa. Se uscivamo, stava attenta a tutto quello che la circondava e, se incontrava uomini, mi faceva cambiare strada". Il dirottatore utilizzò anche un coltello per tenere sotto scacco la scolaresca. "Non vuole vedere che usiamo coltelli – continua il racconto la donna davanti alla Corte d'Assise di Milano – Quando li adoperiamo, scappa via dalla stanza".

E poi, c'è l'odore della benzina, quella che Osseynou verso tutt'attorno al bus carezzando l'idea di commettere una strage senza precedenti. "Mia figlia – spiega in aula un altro genitore – ha manifestato ansia e disturbi durante la notte. Quando sente puzza di benzina ha immediatamente i conati di vomito e si intristisce".

Durante le indagini, gli scolari sono stati tutti ascoltati e le loro testimonianze verbalizzate dagli investigatori. Per qesto motivo, non ci sarà un ulteriore incidente probatorio. "Sarebbe l'ennesimo massacro", ha dichiarato il pm capo del pool antiterrorismo di ilano Alberto Nobili.

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