Le battaglie «verdi» sbagliate di cui nessuno vuole parlare

L'ambientalismo si è ormai affermato come una vera ideologia: tiene conto dei fatti solo se collimano con le teorie. Lo scenario

di Gianni Fochi*

Spudorato, il Talleyrand! Giuseppe Giusti lo satireggia nel suo celebre «Brindisi di Girella». Voltagabbana lo chiamiamo noi, il poeta toscano ironizza invece sulla sua abilità: lui sì che sapeva "con l'anima/ tirar di scherma", e tener pronte «per àncora/d'ogni burrasca,/da dieci o dodici/coccarde in tasca». Era comunque una persona d'intelligenza non comune e, quando dava giudizi, erano sempre taglienti ed efficaci.

Una sua massima fu poi ripresa e resa celebre dal Clemenceau: la guerra è cosa troppo seria per lasciarla in mano ai generali. Anche l'ambiente - potremmo parafrasare - è cosa troppo seria per lasciarla in mano agli ambientalisti.

Categoria variegata, costoro: una vera galassia. Tanto ad apprezzarli quanto a criticarli si rischia di generalizzare. Personalmente, mi sento di stare con chi li critica, ma far d'ogni erba un fascio non mi piace: tra di essi ci sono anche persone ragionevoli - ne ho conosciute poche, in verità - e, comunque, un merito tutt'altro che piccolino glielo riconosco.

Già nella prima edizione del mio libro «Il segreto della chimica» scrissi che, se gli ambientalisti non fossero esistiti, si sarebbe dovuto inventarli: senza il loro sprone, non sarebbero mai state varate negli ultimi decenni, a tutela della salute e dell'ambiente, alcune norme che oggi giudichiamo necessarie. Nelle stesse righe accennavo, però, al fatto che essi combattono molte battaglie sbagliate.

Secondo me, ormai la loro presenza influentissima ha conseguenze assai più spesso negative che utili. L'ambientalismo s'è affermato come ideologia vera e propria, riempiendo lo spazio lasciato libero dal crollo delle ideologie politiche tradizionali, in particolare di quella comunista.

E infatti, secondo una battuta cara a due miei amici scienziati, Franco Battaglia e Renato Angelo Ricci, i principali movimenti ambientalisti italiani sono come i cocomeri (angurie, per i settentrionali): verdi fuori, rossi dentro. La varietà classica sferica di quegli ottimi frutti estivi, ormai introvabile nei supermercati, aveva i semi neri. La metafora può dunque estendersi, perché - guarda caso - l'ambientalismo di destra non si discosta sostanzialmente dalle idee più in voga sull'altra sponda.

Il rischio zero, per esempio, o la tolleranza zero: anni fa un ministro dell'Agricoltura, nato e cresciuto come uomo politico nella destra, proclamava anche lui slogan del genere.

Ogni ideologia che si rispetti tiene conto dei fatti, se tornano con le sue teorie: altrimenti, tanto peggio per i fatti, vanno trascurati, ignorati, nascosti sotto il tappeto del salotto televisivo tale o talaltro.

Così, in attesa della Conferenza parigina sul clima, nei prossimi due mesi ci sentiremo ripetere con enfasi ancora maggiore che la scienza concorda sulle colpe dell'uomo in tema di clima. No, la scienza non è unanime su questo, ma guai a farlo notare: si becca la patente di venduto ai petrolieri.

Intanto, da qualche mese, nell'ambito di Expo, i profeti dell'alimentazione «secondo natura» imperversano, e più che mai si diffonde l'idea che senza additivi i cibi sarebbero più sani. I fatti, al solito, è meglio lasciarli perdere. Qualcuno, invece, ne ho elencato in un mio libro uscito con la Giunti: «La chimica fa bene». Se non siete anche voi di quelli che preferiscono metterli sotto il tappeto, ve ne racconto un paio, limitandomi per brevità alle intossicazioni da botulino, quel batterio la cui tossina ha acquistato una popolarità discutibile nei trattamenti estetici antirughe. Negli alimenti i suoi effetti sono invece indiscutibili, perché per ammazzare un essere umano adulto ne basta meno d'un decimo di milligrammo.

Eccovi... un assaggio. Settembre 2011: informativa delle autorità francesi riguardante il ricovero di otto persone per intossicazione da botulino, a seguito del consumo d'una conserva artigianale di olive e mandorle. Ottobre 2011: cinque giovani palermitani ricoverati in rianimazione per intossicazione da botulino.

Doveva essere una cena tra amici, ma il pesto alle melanzane, cucinato e conservato dalla mamma d'uno di loro, s'è messo di mezzo. Siete sicuri di voler bandire gli additivi che ci difendono da rischi del genere?

*Chimico della Normale di Pisa

e giornalista scientifico

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