Il centrodestra va all'attacco: «Serve subito il blocco navale»

Il centrodestra va all'attacco: «Serve subito il blocco navale»

RomaBloccare le navi dei migranti prima che partano. Matteo Salvini non fa marcia indietro. Anzi rilancia nonostante la pioggia di critiche per le sue dichiarazioni sull'ennesima tragedia del Mediterraneo. «A oggi la Marina italiana fa da scafisca suo malgrado - attacca il leader leghista - Quello che stiamo facendo non funziona. Impediamo le partenze». Salvini replica pure al cardinale di Torino, Severino Poletto, che lo aveva attaccato per le sue parole sul naufragio. «Caro Monsignore mi indichi lei la retta via - dice Salvini - Ci spieghi che cosa fare per evitare le stragi in mare». Il leader del Carroccio ribadisce pure di non avere alcuna fiducia nel governo e nel ministro dell'Interno, Angelino Alfano che «non è all'altezza» e neppure nell'Europa «cui interessa soltanto il profitto di banche e multinazionali».

Sul blocco delle partenze sono d'accordo anche Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d'Italia, e il senatore Maurizio Gasparri di Forza Italia. «In Libia esiste un governo legittimo riconosciuto dalla comunità internazionale - dice la Meloni - Un blocco navale in accordo con il governo di Tobruk non si configurerebbe come un atto di guerra». Per Gasparri il primo passo è «coinvolgere gli organismi internazionali» occorre poi un'azione decisa contro i trafficanti «iniziando con la distruzione dei natanti che molti auspicano». Parole che suscitano indignazione a sinistra dal leader di Sel, Nichi Vendola, «Salvini è raccapricciante», a quello di Rifondazione, Paolo Ferrero, «il blocco navale aumenterebbe i morti».

Eppure non sono soltanto il centrodestra e la Lega a ritenere che per fermare i naufragi sia necessario risolvere il problema nei paesi di origine. Creare dei centri di asilo in Africa è un'ipotesi caldeggiata anche dalla Focsiv , federazione degli organismi di volontariato internazionale che raccoglie un'ottantina di associazioni impegnate nell'assistenza ai profughi. L'ipotesi già finita sul tavolo del governo un anno fa è quella di creare dei centri di accoglienza e smistamento nei Paesi transito dei profughi dove inoltrare subito la domanda d'asilo verso l'Europa. Anche quelli che riescono a superare il rischioso viaggio in mare si trovano poi di fronte ancora mille ostacoli. Un monitoraggio delle domande prima della partenza potrebbe non soltanto evitare le stragi ma rendere il processo di accoglienza più agevole.

Il problema dei centri di accoglienza già saturi in Italia è sottolineato dal candidato di Fi alla presidenza della Toscana, Stefano Mugnai. «L'accoglienza di chi fugge da aree di crisi non può andare a scapito dei toscani» dice Mugnai.

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