Cimitero Savona, distrutta la lapide in omaggio alle Camicie Nere

Divelta e spezzata in due. Questa la fine fatta dalla "lapide della discordia", in omaggio ai caduti della seconda guerra mondiale, su cui l'amministrazione comunale savonese aveva fatto iscrivere anche il nome delle Camicie nere

Cimitero Savona, distrutta la lapide in omaggio alle Camicie Nere

Divelta e spezzata in due, come a cancellare una "macchia" che dava fastidio. Ma a chi? E perché? Sono le domande al centro dell'indagine che la polizia scientifica di Savona sta portando avanti per individuare il o i responsabili del secondo atto di sfregio ai danni della "lapide della discordia", ovvero la lapide in ricordo dei caduti della seconda guerra mondiale che, tra gli altri, riportava il nome delle Camicie nere. Non bastava cancellare con nastro adesivo il loro nome, come ha fatto in fretta e furia un dirigente regionale dell'Arci. Qualcuno è andato oltre, entrando di notte nel cimitero di Savona e rompendo la stele.

Gli addetti ai servizi del cimitero l'hanno trovata mercoledì mattina, spaccata in due. Era coperta da un sacco nero, come deciso dall'ammministrazione comunale per placare la polemica scatenata dai soliti noti. Ma non era sufficiente. Bisognava lanciare un messaggio preciso a chi di dovere. Cosa che è stata fatta di notte o all'alba, di nascosto.

Una vicenda inquietante su cui sta indagando la scientifica. Che, oltre alla stele spaccata, ha trovato anche alcune pagine strappate dal "Libro d'onore", una sorta di registro dei presenti - come spiega ll Secolo XIX - alla cerimonia di inaugurazione della lapide avvenuta lo scorso sabato. Insomma, chi ha sfasciato la stele voleva portarsi via l'elenco dei nomi e cognomi di chi aveva partecipato alla celebrazione.

Il volume è stato sequestrato dalla scientifica per effettuare i dovuti rilievi e cercare di capire quale sia il senso dell’azione: il sospetto, come detto, è che si volesse possedere un quadro completo dei partecipanti. Per farne cosa? Il cimitero, che si trova nel quartiere di Zinola, è collocato in una zona piuttosto coperta e isolata. Un aspetto che complica il lavoro degli inquirenti. Per ora è impossibile conoscere persino l’ora in cui si è verificato il fatto, anche se si presume che sia successo di notte o di primissima mattina. Intanto, l'autorità giudiziaria ha sequestrato i filmati delle telecamere poste agli ingressi del cimitero.

Di sicuro si sa solo che alle 17 del gioco prima la lapide era al suo posto. Lo confermano i tecnici del cimitero, che erano andati a controllare il campo "V" dove era stata installata la stele.

"Installata" è il termine giusto, visto che non era semplicemente appoggiata a terra, ma ancorata a uno strato di calcestruzzo. Dunque, si sospetta la mano di almeno due persone per sradicarla dal terreno. Probabile quindi che l'azione sia stata condotta di notte: un modo per avere tutto il tempo di procedere.

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