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"Giù le mani da Conte" Gli intellettuali "rossi" ora difendono Giuseppi

L'iniziativa del Manifesto, che difende l'operato del presidente del Consiglio: "Si coglie il disegno di gettare le basi per un altro governo: un governo dai colori improbabili o di pretesa unità nazionale"

"Giù le mani da Conte" Gli intellettuali "rossi" ora difendono Giuseppi

Giuseppe Conte col mirino dietro la schiena? Così la pensano alcuni intellettuali di sinistra, che scendono in campo per difendere l'operato, parecchio discusso anche da coloro che formano l'attuale maggioranza ed in primis dovrebbero sostenerlo, del presidente del Consiglio. A lanciare l'appello, dal titolo"Basta con gli agguati", il "Manifesto", che ha subito visto aderire un certo numero di firmatari.

"Non passa giorno senza che opinionisti (e politici in cerca di visibilità) mettano in croce il governo, con ogni più vario argomento", esordisce il documento. "Dopo la conferenza stampa del 26 aprile, l’accanimento ha raggiunto livelli insopportabili. I 'retroscena' impazzano e molti fanno di tutto per accreditare un Conte poco autorevole e drammaticamente non all’altezza della situazione, oppure un Presidente del Consiglio che si atteggia quasi a dittatore calpestando i diritti e la Costituzione. Ma siamo di fronte ad una 'notizia' o piuttosto ad una 'narrazione' artificiosa e irresponsabile? O anche all’espressione degli interessi e delle aspirazioni di coloro che vogliono sostituire questo governo e la maggioranza che faticosamente lo sostiene, per monopolizzare le cospicue risorse che saranno destinate alla ripresa?", attaccano i difensori del primo ministro, che aggiungono: "Il governo Conte non è il migliore dei possibili governi, sempre che da qualche parte possa esistere un governo perfetto. In aggiunta, viviamo in una condizione di inedita emergenza e anche di straordinaria incertezza, di cui nemmeno le discipline scientifiche vengono a capo pienamente", prosegue l'appello. La petizione, sottoscritta da giornalisti, giuristi, docenti universitari ed esperti di politica, ha ormai fatto il giro del web.

"È certo che i messaggi di Palazzo Chigi non hanno sempre la chiarezza necessaria e che, con l’intento di orientarci nei meandri della nostra vita quotidiana, possono generare ambiguità interpretative e incertezza. Si possono (e si dovrebbero) discutere le priorità, comunque provvisorie, che il governo ha indicato, ci sono certamente stati alcuni errori nell’uso degli strumenti normativi che ha di volta in volta adottato (alcuni costituzionalisti e opinionisti lo hanno fatto notare)", ammettono gli intellettuali nel documento.

"Non c’è dubbio, neppure, che siano stati limitati alcuni diritti fondamentali come quello alla libertà di movimento (limitazioni peraltro previste dall’art. 16 della Costituzione), e sia stato limitato il pieno esercizio del diritto al lavoro, all’istruzione, alla giustizia nei tribunali. Ma niente ha intaccato la libertà di parola e di pensiero degli italiani e il governo non è parso abusare degli strumenti emergenziali previsti dalla Costituzione", dichiarano dal loro punto di vista.

Poi i complimenti all'assennato operato del sedicente avvocato del popolo. "In ogni caso, il nostro convincimento è che questo governo abbia operato con apprezzabile prudenza e buonsenso, in condizioni di enormi e inedite difficoltà, anche a causa di una precedente 'normalità' che si è rivelata essere parte del problema. Molte di tali difficoltà dipendono infatti dallo stato di decadimento di gran parte del sistema sanitario, frutto di anni di scelte dissennate di privatizzazione e di una regionalizzazione sconsiderata e scoordinata. Ed invece sembra che tutto il male origini in questo governo, spesso bersaglio di critiche anche volgari e pretestuose, veicolate dai media", dichiarano i realizzatori della petizione, i quali puntano il dito contro coloro che trovano il tempo di criticare, senza tuttavia dare delle concrete soluzioni. La paura, è che dietro questi ripetuti attacchi al presidente possa celarsi l'intenzione di formare una nuova maggioranza. "Si coglie il disegno di gettare le basi per un altro governo: un governo dai colori improbabili o di pretesa unità nazionale, di cui non s’intravede nemmeno vagamente il possibile programma, tolto un disinvolto avvicendamento di poltrone ministeriali e la spartizione di cariche di alto rango", attaccano gli intellettuali.

"Il problema di questo paese non sono gli italiani, che si stanno dimostrando in media più che all’altezza della situazione, peraltro aggravata in qualche caso da gestioni regionali arroganti e approssimative", continua l'appello, con tanto di frecciata ai presidenti delle Regioni "ribelli". Il documento si chiude con un'ultima sferzata, diretta non soltanto all'opposizione: "Dalla destra populista non ci attendiamo nulla e ce ne guardiamo. Non ci incantano le sue repentine conversioni al liberalismo nel nome del 'tutto subito aperto, tutti liberi'.

Ci preoccupano gli altri, invece, i democratici 'liberali', i grandi paladini della democrazia e della Costituzione, i cui show disinvolti e permanenti non fanno proprio bene al paese, anzi lo danneggiano", sentenzia in conclusione il documento.

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