Il detenuto: "Meglio andare in galera che mia moglie ai domiciliari"

La richiesta del condannato al suo avvocato: "Non farmi tornare da mia moglie: non voglio i domiciliari". Alla fine riescono a convincerlo

Il detenuto: "Meglio andare in galera che mia moglie ai domiciliari"

Non è la prima volta che accade. Ma ogni volta fa rumore. Perché nessuno crede che la vita in cella possa essere semplice, e di certo non può essere migliore di una pena detentiva passat tra le mura di casa: con il proprio letto, la cucina familiare, la televisione a tutte le ore e...la moglie. Ecco, la moglie. Succede che a volte i detenuti preferiscano "il fresco" ai domiciliari con le loro mogli, magari eccessivamente invasive.

Un paio di giorni fa, come riporta Libero, un signore che doveva presentarsi di fronte al giudice per rispondere del furto di materiale edile in un cantiere. L'uomo, prima di entrare in aula, si è rivolto al suo avvocato difensore con una domanda tutt'altro che nella norma. "La prego - gli ha detto quasi tra le lacrime - non chieda per me i domiciliari. Preferisco andare in carcere che tornare a casa con mia moglie".

Il legale ha faticato non poco a convincerlo che forse la galera era peggio dei rimproveri della moglie. E alla fine è riuscito a fargli concedere i domiciliari.

Ma lui, 50enne bergamasco, ha accettato di cattivo grado, lamentandosi per un futuro che dovrà condividere continuamente con l'odiata consorte. Per 24 ore al giorno. Tutta la settimana. Per l'intera durata della pena.

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