Diciotti, il pressing della Farnesina su Bruxelles

L'Europa finora non è riuscita a trovare la quadra per la suddivisione dei 177 migranti che sono a bordo della Diciotti nel porto di Catania

Diciotti, il pressing della Farnesina su Bruxelles

L'Europa finora non è riuscita a trovare la quadra per la suddivisione dei 177 migranti che sono a bordo della Diciotti nel porto di Catania. La situazione questa volta è abbastanza delicata. Il governo e soprattutto il Viminale ha detto "no" allo sbarco senza aver ricevuto una risposta chiara dall'Ue proprio sulla redistribuzione dei migranti salvati in acque maltesi dalla Guardia Costiera. Il ministro degli Interni su questo punto è stato chiarissimo: "Prima di parlare della Diciotti l'ue deve fornire spiegazioni sui 450 migranti sbarcati a Pozzallo a luglio e che di fatto sono rimasti in Italia. Solo la Francia ha aperto le porte a 47 migranti".

Parole di fuoco che accendono la battaglia diplomatica che si sta combattendo tra Roma e Bruxelles. Dietro le quinte il più attivo su questo fronte è ministro degli Esteri Moavero. La Farnesina di fatto avrebbe avviato dei contatti per cercare di trovare una soluzione. E una fonte diplomatica ha rivelato all'HuffPost che il caso Diciotti questa volta potrebbe avere conseguenze diverse rispetto all'ultima volta: "Le parole contano se seguite dai fatti, altrimenti è una presa in giro, che neanche il più disposto al dialogo può tollerare". Insomma l'Europa e gli Stati che pormettono accoglienza devono poi mantenere la parola data altrimenti si rischia un incidente diplomatico. Il caso dei migranti sbarcati a Pozzallo e poi rimasti in Italia ne è la prova. La partita dunque si gioca su due binari.

Uno quello del Viminale che fa muro tenendo la Diciotti nel porto, l'altro invece porta alla mediazione e ai contatti con le cancellerie europee per ridistribuire i migranti. Un vero e proprio pressing della Farnesina che finora non ha però dato risultati concreti.

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