Fuorilegge le auto monegasche condotte dagli italiani residenti in Italia

A parte chi risiede in Italia e risulta titolare di un’auto immatricolata a Montecarlo, il rischio riguarda più che altro chi usa la vettura aziendale nel nostro Paese. A lanciare l’allarme è il membro della Consulta regionale ligure dei frontalieri, Roberto Parodi

Fuorilegge le auto monegasche condotte dagli italiani residenti in Italia

Guidare in Italia un veicolo con targa del Principato di Monaco potrebbe costarvi una multa tra i 712 e i 2.248 euro, oltre al ritiro del libretto di circolazione e, nei casi più gravi, il sequestro dell’auto, se siete residenti in Italia. Così prevede la legge e questi sono i rischi a cui vanno incontro centinaia di frontalieri italiani, abitanti in provincia di Imperia (soprattutto nel comprensorio di Ventimiglia) che ogni giorno si recano a Montecarlo per lavoro.

A parte chi risiede in Italia e risulta titolare di un’auto immatricolata a Montecarlo, il rischio riguarda più che altro chi usa la vettura aziendale nel nostro Paese. A lanciare l’allarme è il membro della Consulta regionale ligure dei frontalieri, Roberto Parodi, di Ventimiglia, che si è già attivato con i parlamentari locali, affinché si trovi una soluzione. Una deroga un po’ sul modello attuato al confine con la Svizzera, dove nei venti chilometri dalla frontiera vige lo status di "frontaliere".

“Hanno istituito una sorta di zona franca, che si estende per venti chilometri in Italia, dalla frontiera con la Svizzera - spiega Parodi - dove vige un trattamento speciale per chi è frontaliere. Pensavamo a una analoga soluzione anche per la nostra provincia”.

Cosa succede: mentre per i veicoli immatricolati in Francia (Paese dell’Unione Europea) è sufficiente ottenere un permesso dal datore di lavoro, per recarsi in Italia con l’auto francese; altrettanto non accade, e non può accadere, nel vicino Principato di Monaco che è uno Stato extracomunitario.

In frazione Latte, a Ventimiglia, è già stata fermata una vettura aziendale monegasca condotta da un italiano. “I nostri frontalieri - conclude Parodi - rischiano così di perdere il lavoro per aver creato un danno all’azienda. E’ necessaria una soluzione, in tempi rapidi”.

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