Tra Guareschi e Soldati, il Lambrusco arriva dai rubinetti di casa

Il sogno proibito di appassionati e sommelier a Castelvetro

Tra Guareschi e Soldati, il Lambrusco arriva dai rubinetti di casa

Il paese è piccolo e la gente mormora. In tempi di coronavirus è sano poter prendere una piccola pausa per un episodio della bella provincia italiana. Ieri in alcune abitazioni di Castelvetro, appennino modenese, l dai rubinetti delle cucine e dei bagni, invece dell’acqua per uso domestico fuoriusciva dell’ottimo lambrusco Grasparossa. Tra lo stupore, la sorpresa e poi, per alcuni, certamente il piacere di poter degustare davvero a chilometro zero- è il caso di dirlo- uno dei vini rossi italiani più conosciuti al mondo.

“Una valvola idrica difettosa ci ha combinato questo scherzetto” dice con simpatico accento emiliano il direttore commerciale della Cantina Settecani Fabrizio Amorotti. “Durante l’imbottigliamento del vino, complice la pressione frizzante del lambrusco, la valvola incriminata ha fatto il resto, convogliando una parte del lambrusco nella rete idrica. Certamente per chi l’ha assaggiata aprendo il rubinetto di casa quest’annata 2019 non sapeva di tappo! Il nostro lambrusco ha anche ricevuto un premio come miglior vino frizzante allo scorso Vinitaly”. Amorotti e la cantina sono protagonisti in questi giorni a Castelvetro: “Certo mi indicano come un benefattore. Potrebbe essere un’idea di marketing per il futuro, basta che i paesani non prendano il vizio! Siamo pur sempre una cantina che i vini li produce per la vendita!”.

“Lambrusco dal rubinetto di casa? Magari! Avrei ringraziato Dio, inginocchiandomi!”: ne ha viste tante Mauro Manfredi, decano dell’Associazione Italiana Sommelier dell’Emilia. In fatto di miracoli non scherza, infatti è stato tra i primi in Italia a sperimentare un corso che ha consentito di raggiungere il diploma da sommelier ad alcuni non vedenti a Bologna. Negli anni ha battuto palmo a palmo la sua Emilia, ovviamente conosce come le sue tasche una capitale enologica del rango di Castelvetro: “Certo, conosco quella cantina, realtà davvero significativa del territorio. Il lambrusco in casa poi è perfetto. Un vino da compagnia, da gustare in calici grandi e capienti, come ricordava già Mario Soldati. Puoi berne quanto vuoi, perché dà solo allegria. Castelvetro, mezza collina dell’appennino modenese, un’armonia piacevolissima, una nota di fragola fragrante che ti accarezza”. Sull’abbinamento a tavola il maestro Manfredi non ha dubbi: “Stando già in cucina preparerei un cotechino, uno zampone, una bondiòla, ci stano benissimo. E poi con la cantina che ho a casa sarebbe perfetto un lavandino con un rubinetto che dà lambrusco! Lo imbottiglierei subito!”

Annalisa Barison, presidente dell’Associazione Italiana Sommelier dell’Emilia, ci scherza su: “Da donna abituata alle faccende di casa, ma soprattutto da sommelier, certo avrei piacere di veder sgorgare del frizzante lambrusco dal rubinetto della mia cucina. Poi preparerei un ragù emiliano con la carne di maiale, come si deve, perché è l’abbinamento che mi diverte di più. E magari, chissà, potrei usare un po’ di lambrusco per cuocere la pasta e insaporirla ulteriormente, no?” scherza la presidente dei tastevin emiliani.

Il vino dai rubinetti: il sogno proibito di molti enoappassionati è diventato fuggevole realtà da qualche parte laggiù, sull’Appennino modenese. E chissà Mario Soldati che racconto avrebbe tirato fuori, dal “miracolo di Castelvetro”.

Ma, chissà, forse su questa storia si sarebbe buttato l’emiliano della Bassa, Giovannino Guareschi.

Il guasto è stato riparato, dai rubinetti di Castelvetro esce di nuovo acqua. Ma pare che alcuni stiano pregando per un nuovo, provvidenziale guasto…

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