Cronache

Quel «ladro silenzioso» che ruba il nostro calcio

Si manifesta negli anziani con tipiche fratture da fragilità ossea. L'arrivo della menopausa

di Luigi Cucchi

L'osteoporosi è una malattia difficile da riconoscere: il più delle volte non dà alcun segnale. Per questo è stata definita «il ladro silenzioso»: ruba per anni il calcio del nostro osso senza che ce ne si accorga. Solo in alcuni casi, l'osteoporosi può accompagnarsi a dolore osseo, che però spesso si confonde e si associa con i sintomi di un'altra malattia molto frequente negli anziani, l'artrosi. Il dolore legato a queste due patologie è comunque abbastanza diverso. Nel caso dell'artrosi compare, nelle articolazioni colpite, soprattutto la mattina quando ci si alza dal letto, oppure dopo un certo periodo di immobilità, e tende a ridursi o scomparire con la ripresa del movimento. Invece, il dolore dell'osteoporosi è un dolore o senso di pesantezza alla schiena che compare dopo che si è stati a lungo in piedi, e scompare rapidamente sdraiandosi.

L'osteoporosi si definisce come una malattia sistemica dello scheletro, caratterizzata da ridotta massa minerale e deterioramento microstrutturale del tessuto osseo, con conseguente aumento della fragilità e maggior rischio di fratture. Si manifesta improvvisamente con una delle tipiche fratture «da fragilità ossea» dell'anziano: fratture di polso, coste, vertebre o femore a seguito di traumi anche molto lievi e banali. A una certa età bisogna valutare la propensione individuale all'osteoporosi analizzando i propri fattori di rischio. In particolare, è importantissimo che questa valutazione venga fatta, con l'aiuto del medico, da tutte le donne che si avvicinano alla menopausa, specie se non si sono mai preoccupate prima della prevenzione dell'osteoporosi.

In presenza di fattori di rischio, o comunque verso i 65 anni, è consigliabile sottoporsi a una misurazione della propria «densità minerale ossea» con la MOC, oggi considerata l'esame più attendibile per la diagnosi. Un momento critico per le donne arriva con la menopausa, è allora che l'osteoporosi colpisce: 1 donna su 4 ne soffre, contro 1 uomo su 10. Dopo una certa età, una lenta perdita di minerali dall'osso è normale, o meglio fa parte delle numerose modificazioni che il nostro organismo subisce con l'invecchiamento. Se questa perdita è eccessiva e la massa ossea scende sotto determinati livelli si rischiano le fratture. Quelle vertebrali lasciano un corredo di dolori cronici che in genere si manifestano quando il paziente si affatica o sta troppo a lungo in posizione eretta. Quelle di femore sono fortunatamente più rare, ma molto più temibili. Di solito, colpiscono persone più anziane, con un'osteoporosi avanzata. Richiedono il ricovero in ospedale, un intervento chirurgico, e una più o meno lunga riabilitazione.

Molte persone, anche molto anziane, in pochi mesi riprendono la vita normale. Altre non sono così fortunate. Alcune, purtroppo, vanno incontro a complicazioni varie a causa della lunga degenza a letto, e non è neppure trascurabile la mortalità. Il recupero è in genere tanto migliore quanto più la persona, prima della frattura, faceva una vita attiva ed era in buone condizioni fisiche e mentali.

Il desiderio di guarire e la buona volontà nell'impegnarsi nella riabilitazione sono elementi importantissimi per una pronta ripresa dopo una frattura di femore.

Commenti