Cronache

L'ira di Capuozzo sulle "bestie": "Perché siete uomini da niente"

Il giornalista ha commentato il violento episodio di aggressione ai danni del 21enne Willy Monteiro Duarte, pestato a sangue per aver difeso un amico

L'ira di Capuozzo sulle "bestie": "Perché siete uomini da niente"

Anche il giornalista Toni Capuozzo ha voluto commentare il terribile episodio del pestaggio in seguito al quale, nella notte tra sabato 5 e domenica 6 settembre, è rimasto ucciso Willy Monteiro Duarte, giovane originario della repubblica di Capo Verde.

Il 21enne, stando alla ricostruzione effettuata dagli inquirenti, sarebbe intervenuto in difesa di un amico durante una lite nata, forse, per una ragazza: riuscito a separare i contendenti, il ragazzo è successivamente divenuto obiettivo dei quattro balordi arrestati. Trascorso qualche minuto, infatti, i responsabili sono tornati alla carica per farla pagare al 21enne, pestandolo brutalmente a sangue e lasciandolo a terra privo di sensi.

Inutile l'intervento in soccorso di Willy da parte di altri due giovani, aggrediti a loro volta dai bulli e rimasti feriti: 10 i giorni di prognosi attribuiti loro in ospedale. Willy invece, apparso fin da subito in condizioni disperate ai soccorritori giunti a sirene spiegate in piazza Oberdan, luogo dell'aggressione, è deceduto prima del suo arrivo al nosocomio di Colleferro.

Fuggiti a bordo di un suv, i quattro aggressori sono stati tratti in arresto dai carabinieri ad Artena. Si tratta dei due fratelli Marco e Gabriele Bianchi, rispettivamente di 26 e 24 anni, di Francesco Belleggia, 21 anni, e del 22enne Mario Pincarelli, che dovranno rispondere dell'accusa di omicidio preterintenzionale. Dopo il fermo, sono stati tutti rinchiusi dietro le sbarre del carcere romano di Rebibbia.

I fratelli Bianchi, che praticavano le arti marziali miste, avevano già alle spalle una serie di precedenti per lesioni ed una nomea di violenti e di picchiatori. "Certo, ci sono fatti più importanti da commentare. Ma da ieri sono inseguito dalle immagini di quel ragazzino ucciso da quattro più grandi di lui", esordisce Capuozzo nel post pubblicato sulla pagina personale Facebook.

"Sarà perchè conosco Capoverde, sarà per il suo sorriso, non so. E una sola cosa vorrei dire ai due fratelli tatuati e palestrati e alle loro gallerie di foto da duri di cartone: il coraggio e la lealtà stanno tutti dalla parte del mingherlino", prosegue il giornalista e scrittore.

"Se avessi figli di quell'età gli direi amaramente di stare alla larga, di farsi i fatti propri. Ma da ragazzino ero così, e non erano palestre o tatuaggi o parole di canzoni a farmi vincere la paura. Me la tenevo, e andavo avanti.

Siete uomini da niente, e quelle facce da duri sono maschere più false di quelle che portiamo tutti ogni santo giorno", conclude con amarezza Capuozzo.

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