Le mogli si prostituivano nel club privé dei mariti

Scoperto giro di prostituzione nella provincia di Avellino. I titolari del locale facevano prostituire anche le loro signore che attiravano clienti in chat e sui social

Le mogli si prostituivano nel club privé dei mariti

Nel loro club privè facevano prostituire anche le mogli. L’inconsueta storia di sesso, tradimenti e prostituzione arriva dalla placida provincia di Avellino dove un’indagine dei carabinieri e della Procura irpina ha consentito di sgominare un’organizzazione che aveva intessuto – con base in un locale di Monteforte Irpino – una vera e propria rete di squillo pronte a soddisfare tutti i desideri dei clienti che giungevano lì da ogni parte della Campania e del Lazio.

A tradire gli affari dei mariti, un controllo di routine nel locale a seguito del quale i carabinieri scoprirono la presenza di camere da letto. Cosa strana, in un club che in teoria dovrebbe offrire ai clienti “solo” tavolini e palchi per le esibizioni, per quanto spinte. In poco meno di un anno di indagine, i carabinieri hanno ricostruito la rete di contatti e rapporti gestita dai soci. E hanno scoperto che a reggere la tela c’erano, in prima fila, le loro mogli. Lungi dall’accontentarsi del ruolo di scintillanti maitresse, le donne si offrivano ai clienti che spesso reclutavano nei meandri di internet, ricorrendo alle chat room e ai social network. L’obiettivo primario era quello di affollare il club privé dei mariti e aumentare il volume d'affari del locale.

Nel locale, stando alle risultanze dell’inchiesta citate da Il Roma, si prostituivano anche altre ragazze e tra di loro ci sarebbe stato anche un transessuale. Le stanze addobbate nel club comprendevano una “stanza dei giochi”, in perfetto stile Cinquanta Sfumature di Grigio, dotata di tutti i gadget utili alle pratiche sadomaso.

Sono cinque le persone indagate, tutte residenti tra la Campania e il Basso Lazio.

L’ipotesi di reato è quella di sfruttamento della prostituzione dal momento che, stando a quanto appurato dall’inchiesta, le ragazze “ospitate” nel club venivano pagate pochissimo e, spesso, dovevano consegnare ai titolari le cifre corrisposte dai clienti in cambio delle loro prestazioni d’amore.

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