Cronache

Nel carcere di Agrigento è allerta tubercolosi: ci sono dei contagiati

La notizia è stata diffusa solamente tre giorni fa dopo che un agente di polizia penitenziaria ne è rimasto colpito. Il poliziotto è stato contagiato da un detenuto affetto dalla malattia dal mese di novembre

Nel carcere di Agrigento è allerta tubercolosi: ci sono dei contagiati

Dal carcere di Agrigento emerge una preoccupazione di non poco conto: è allerta contagio tubercolosi. La notizia fino ad oggi è stata tenuta all’oscuro di tutti ed è venuta alla luce solamente quando uno degli agenti di polizia penitenziaria ne è rimasto affetto. Il fatto di venire a conoscenza del potenziale pericolo soltanto adesso ha suscitato rabbia e indignazione fra il personale che lavora all’interno della struttura penitenziaria “Pasquale Di Lorenzo”. Per capire cos’è successo, bisogna andare indietro nel tempo e fermarsi al mese di novembre scorso.

Tutto sarebbe partito da un detenuto arrivato in quel periodo dentro il carcere. L’uomo, affetto dalla tubercolosi, avrebbe condotto una vita “normale” come quella degli altri detenuti. Avrebbe condiviso con loro tutti i momenti fuori dalle sbarre, senza essere mai isolato o sottoposto ad un regime di adeguata tutela per se e per gli altri. Da novembre ad oggi, il malato sarebbe entrato in contatto con centinaia di persone, non solo detenuti, ma anche tutto il personale che lavora all’interno della struttura.

La notizia mai resa pubblica fino ad ora è stata appresa dagli agenti di polizia penitenziaria solamente tre giorni fa perché un loro collega è stato colpito dalla malattia. L’agente è stato contagiato dal detenuto. Come noto, la tubercolosi si trasmette per via aerea. Basta uno starnuto, un colpo di tosse emessi da chi ne è affetto e la persona che si trova vicino, inspirando i batteri può infettarsi. Nella maggior parte dei casi la malattia colpisce i polmoni e se non curata in tempo può portare alla morte.

Per quanto riguarda la possibilità del rischio contagio, il problema non è solamente circoscritto ai detenuti e agli impiegati ma anche a tutte le loro famiglie. Intanto i membri del corpo di polizia penitenziaria verranno sottoposti al test di Mantoux che permetterà di verificare il loro stato di salute. Lo stesso esame non è però previsto per i componenti la loro famiglia, motivo questo che suscita collera e preoccupazione per i poliziotti che i sentono abbandonati.

Da tempo i sindacati di categoria denunciano una situazione di disinteresse da parte dello Stato sulle condizioni di lavoro cui gli agenti si trovano a dover far fronte. In primis la carenza di personale. Più di quaranta le persone che mancano al completamento dell’organico con conseguenti turni massacranti per i pochi poliziotti. All’interno della struttura mancano anche gli strumenti necessari per poter dare risposta alle esigenze dei detenuti con problemi psichici, di tossicodipendenza e con altri problemi.

Più volte, negli ultimi mesi,il carcere è stato teatro di aggressioni gratuite ai poliziotti che non riescono più a lavorare in questo modo.

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