Omicidio Pordenone, il movente "Lite per il concorso da finanzieri"

Il giallo di Pordenone è a una svolta. È stata infatti trovata, sempre nel laghetto vicino al Palasport, anche la pistola del delitto

Omicidio Pordenone, il movente "Lite per il concorso da finanzieri"

Il giallo di Pordenone è a una svolta. È stata infatti trovata, sempre nel laghetto vicino al Palasport, anche la pistola del delitto: domani altri esami sull’arma. Sospettato di essere l’assassino dei fidanzati Trifone Ragone (28 anni) e Teresa Costanza (30) è un caporalmaggiore e loro amico, Giosuè Ruotolo, 26 anni, detto Giò, originario di Somma Vesuviana, Napoli. L’omicidio, nel parcheggio del palazzetto dello sport di Pordenone il 17 marzo. Resta da chiarire però il movente dell'omicidio.

Tra le piste, come racconta ilGiorno, ci sarebbe quella di un concorso per il ‘transito’ nella Guardia di Finanza che sarebbe stato vissuto come rabbiosa sfida tra i due commilitoni e che potrebbe aver originato il fatale alterco e l’assassinio. Il militare indagato viveva nello stesso appartamento di Ragone. Il loro rapporto era nato sotto le armi: erano in ferma volontaria e si erano conosciuti nella caserma di Cordenons del 132° Reggimento Carri. Per ribadire l’estraneità alle accuse, Giò a TgCom dichiara: "Non c’entro, ma è giusto che indaghino, così verranno eliminati i dubbi. Io sono il primo a chiederlo. Io e Trifone eravamo amici. Ho portato la bara? Sì, mi sembrava giusto e doveroso". Sulla mancanza di alibi: "Non vuol dire che sono colpevole".

Anche sui rapporti con il collega ucciso è netto: "Andavamo d’accordo, ci vedevamo in caserma, uscivamo insieme qualche volta. Ma il nostro non era un rapporto invasivo. Teresa? La conoscevo appena». Infine un giudizio sul duplice delitto: «Un’azione del genere è un’atrocità che un essere umano non può fare".

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