Test di governo. Qualcuno si ricorda un'idea del Pd da quando sostiene il Conte bis? Qualcosa su cui mettere il cuore, la faccia, le viscere? Niente. Non c'è una legge, una riforma, un provvedimento bandiera che lasci il segno. Il Pd, in teoria, è il partito che tiene in piedi questa maggioranza. I grillini si sono persi in un playback. Renzi cammina tutti i giorni al confine della crisi. Leu è l'acronimo di uno shampoo, Liberi&Uguali, di cui fatichi a ricordare se ha un segretario. In uno scenario del genere Zingaretti dovrebbe spadroneggiare. Tutti i giorni dovrebbe ricordare a Conte chi comanda o, perlomeno, dare un'anima al governo. Invece il Pd non c'è. È un non luogo. È anonimo come un centro commerciale in un aeroporto senza scali. L'effetto è straniante, sopratutto se si tiene conto che questa maggioranza ha l'ambizione di restare a galla fino al termine della legislatura. Il Pd si racconta come argine all'antipolitica. In realtà incarna la non politica.
Di cosa si discute nella maggioranza? Di prescrizione, di riforma del processo penale e ora di intercettazioni. Temi cari ai grillini e a Grasso. Temi su cui Renzi, per opposizione, sta segnando la sua identità. Temi che il Pd subisce, poi si barcamena, con imbarazzo, con fastidio, senza neppure avere una linea ben definita. Il Pd nicchia anche sulle pensioni, sul welfare, sul reddito di cittadinanza, sul lavoro, sulle tasse, sulla legge elettorale. Non è che Zingaretti e compagni non ne parlino, ma sono tutti discorsi sfumati, senza cuore e poco originali. Sono parole che non restano. Non hanno peso politico. L'ultima battaglia abbozzata è quella sullo ius culturae, ma ormai non se ne ricordano neppure loro.
Non è solo un problema però di partito o di classe dirigente. Il guaio del Pd è culturale. È da trent'anni e forse più che la sinistra italiana è un «paradigma regressivo». Non hanno uno straccio di intuizione. Si sono limitati a copiare Blair o Clinton o a raccontarsi per antitesi. Noi siamo anti berlusconiani. Noi siamo anti Salvini. Noi siamo ciò che non siamo. Non ricordano il passato. Non sanno interpretare il presente. Non vedono il futuro. Vogliono però governare. Per grazia di Dio e senza la volontà della nazione. Non importa come, non importa con chi. Qualcuno dice: ma grazie al cielo ci sono le «sardine». Le sardine hanno rivitalizzato il Pd.
Gli hanno ridato una speranza, una missione, un battito cardiaco. Come? Scendendo in piazza. Sì, ma per fare cosa? Per scendere in piazza. Perfetto. Sono come il Pd che governa per governare. Tutto si tiene e magari hanno pure ragione loro. La meta, in fondo, è il viaggio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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