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Quel prete che ha convinto Salvini a far sbarcare i profughi

Dietro la vicenda dei profughi della nave Diciotti c'è un sacerdote, che ha convinto Matteo Salvini della bontà dello sbarco. Il ruolo di Don Bonaiuto nel dialogo tra governo gialloverde e Vaticano

Quel prete che ha convinto Salvini a far sbarcare i profughi

"Accogliendo questi profughi ridiamo speranza a tante persone, soprattutto vulnerabili, che così non vengono più spinte a gettarsi in mare rischiando la vita. Su queste persone la politica non si può dividere. Auspichiamo che tutta l'Europa segua l'esempio".

Ad esprimersi attraverso queste parole, in funzione pure del caso riguardante la nave Diciotti, è stato Don Bonaiuto, il prete che ha accompagnato in areoporto Matteo Salvini quando s'è trattato di far sbarcare i cinquantuno migranti presenti sull'imbarcazione.

Il ruolo che questo sacerdote ha svolto per la risoluzione positiva di quella vicenda è stato raccontato da ItaliaOggi. Don Bonaiuto rappresenterebbe il trait d'union tra il leader leghista, sostenitore della "linea dura" in materia di gestione di fenomeni migratori, e il Vaticano, che ha più volte ribadito la necessità umanitaria dell'accoglienza di coloro, profughi e non, che tentano di raggiungere le nostre coste.

Tanto la Cei quanto Papa Francesco sono stati più volte accusati di promuovere delle istanze migrazioniste. Salvini, com'è noto, sembra pensarla in maniera diversa. Ma per Don Bonaiuto è necessario che le istituzioni politiche trovino la quadra con quelle religiose: "È di vitale importanza - ha dichiarato - una sinergia fra chi è incaricato a garantire la sicurezza e chi invece lavora nel campo della solidarietà e dell'accoglienza. Se questi due mondi non comunicano, finiscono per danneggiarsi l'uno con l'altro e a farne le spese sono le persone innocenti...".

L'ecclesiastico ha pure specificato di ritenere che Salvini sia consapevole delle differenze intercorrenti tra quanto si dichiara in campagna elettorale e quanto bisogna fare nel momento bisogna ricoprire la carica di ministro dell'Interno: "Non c'è contraddizione - ha detto al quotidiano citato - tra il tentativo di mantenere fede alle promesse che ha fatto e aprirsi a una collaborazione con gli operatori dell'accoglienza una volta toccata con mano la complessità del reale". Ma Don Bonaiuto sarebbe stato individuato dal leader leghista per accorciare le distanze tra la sua visione dell'immigrazione e quella della Santa Sede.

I due dovrebbero continuare a lavorare insieme per raggiungere una sintesi. Tra le priorità del sacerdote c'è la creazione dei cosiddetti "corridoi umanitari", senza i quali verrebbe sì messa in discussione legalità, ma anche la dignità e i bisogni dei profughi. Chi è il sacerdote identificato da Salvini per evitare il proliferare di polemiche con la Chiesa cattolica? Don Bonaiuto è uno dei coordinatori della Comunità Giovani XXIII, quella cui diede vita Don Benzi un cinquantennio fa.

Poi c'è In Terris, il quotidiano che punterebbe pure sulla bontà della dialettica tra governo e Santa Sede: "I vari governi italiani - ha scandito il don - hanno sempre interagito con la Chiesa istituzione e con tutto il vasto mondo cattolico che ha ogni volta dato un notevole contributo al servizio del paese, non vedo per quale motivo si dovrebbe con quest'ultimo governo evitare tale confronto costruttivo...".

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