Con l’aumento dei casi di Covid nel nostro Paese torna l’incubo per gli animali, soprattutto quelli che vivono a stretto contatto con gli umani in appartamento. A marzo era partita una vera e propria campagna a salvaguardia degli animali da compagnia che in nessun caso trasmettono il virus, anzi come dimostra il primo caso in Italia, sono loro che vengono contagiati dagli umani.
Così, dopo il cane positivo in Giappone e il gatto in Inghilterra, è stato oggi scoperto il primo cane in Italia contagiato da Covid-19. Si tratta di una barboncina di un anno e mezzo che vive in casa con quattro persone risultate tutte positive e sintomatiche. Il cane invece non presenta alcun sintomo del virus e continua a vivere nell’appartamento insieme ai proprietari.
A fare la diagnosi e di conseguenza a dare la notizia è stato il professor Nicola Decaro ordinario di malattie infettive degli animali all’Università di Bari e componente dell'executive board del College europeo di microbiologia veterinaria. Il primo tampone fatto sull’animale risultato positivo, risale al 5 di novembre, esito confermato poi da successivi test.
Questo non è il primo animale sottoposto a tampone. In altri animali, sempre lo stesso professore aveva riscontrato positività al test sierologico, segno che avevano contratto il virus in passato e sviluppato gli anticorpi. "Stavolta abbiamo avuto diversi tamponi positivi: una quindicina fra quelli nasali, orali e rettali. Ma il titolo virale è risultato molto basso. Questo significa che il cane non è in grado di infettare, perché anche se viene contagiato, il virus è presente in quantità modeste, per intenderci. Dunque si conferma quanto era già noto sulla base della letteratura scientifica internazionale” ha spiegato il professore.
Molto importante la dichiarazione del professore che tranquillizza su possibili contagi: “Voglio tranquillizzare chi ha animali domestici a casa, non c'è nessun pericolo. A livello mondiale tutti i casi di cani, e gatti che spesso sono più sensibili al coronavirus, positivi sono asintomatici. E saranno circa una ventina i casi conosciuti - aggiunge Decaro - con una carica batterica molto bassa e quindi non infettante. Come anche il caso della barboncina di Bitonto, che è però fuori dalla nostra ricerca”.
Lo studio che Decaro e la sua equipe stanno conducendo all’Università di Bari ha visto analizzare 919 animali del Nord Italia, esaminati tra marzo e giugno: “Di questi alcuni erano conviventi con pazienti Covid (64 cani e 57 gatti), tutti sono risultati negativi. Mentre rispetto alla popolazione totale esaminata (919), il 3,3% dei cani e il 5,7 % dei gatti ha presentato anticorpi della malattia. Quindi quasi il 9% era stato a contatto con il virus. La particolarità della barboncina di Bitonto è invece di essere il primo caso esaminato di cane con ancora il virus attivo”.
Della stessa opinione il presidente dell’associazione
medici veterinari italiani, il dott. Marco Melosi, intervistato qualche mese fa, che per rassicurare confermò che in questa fase di pandemia “è più pericoloso dare la mano a qualcuno piuttosto che abbracciare un cane e un gatto”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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