Cronache

È scandalo su Gomorra: "Fondi neri per pagare la villa del boss Savastano"

"Non posso escludere che possano essere stati creati fondi neri": è la rivelazione di Giovanni Stabilini, amministratore delegato della casa nota cinematografica Cattleya produttrice di Gomorra

È scandalo su Gomorra:  "Fondi neri per pagare la villa del boss Savastano"

Ombre e accuse a Gianluca Arcopinto, organizzatore generale della prima serie di Gomorra, e del location manager Gennaro Aquino, l'uomo che indicò a Cattleya, casa di produzione cinematografica e televisiva indipendente in Italia, la villa in cui è stata ambientata "casa Savastano".

Il processo e le testimonianze

Al processo contro i due ex manager, accusati di favoreggiamento personale, ha parlato . Giovanni Stabilini, amministratore delegato della casa nota cinematografica Cattleya: "Ufficialmente dalle casse della Cattleya non sono uscite somme di denaro se non quelle rendicontate. Ma non posso escludere che possano essere stati creati fondi neri, attraverso fatture gonfiate, con i quali siano stati pagati quei camorristi", come riporta Il Messaggero.

Secondo l'Antimafia, il vero boss nell'affare era Francesco Gallo, alias "'o pisiello", il quale aveva concesso la lussuosa villa, divenuta nella seria la residenza del capoclan di Gomorra, in cambio di un canone da 30mila euro da versare in cinque rate da 6mila. Cifra, che come ha stabilito il processo, è stata pagata in parte in contanti in seguito a pressioni del capoclan, detenuto in carere, e dei genitori a Torre Annunziata. I tre ora risultano condannati in via definitiva per estorsione aggravata dal metodo mafioso, con Gallo a regime di carcere duro. Stabilini dal canto suo ha detto: "Se l'avessi saputo, avrei detto di andare via subito". Ma nessuno sospettava ovviamente di nulla.

Il responsabile artistico della Cattleya, Riccardo Tozzi, ascoltato come teste ha dichirato: "Quando il proprietario della casa fu arrestato (era il 4 aprile 2013, maxi blitz Mano Nera, ndr), le riprese non erano ancora iniziate, ma avevamo già fatto dei lavori". E ancora: "Avevo visto la villa in fotografia e dal punto di vista artistico corrispondeva a ciò che cercavamo. Quell'arresto era un problema, solo perché rischiava di saltare l'ambiente ideale, approvato anche dal regista Stefano Sollima, uno molto esigente. Ma con i nostri legali sapemmo che c'era la possibilità di girare le scene, pagando l'affitto all'amministratore giudiziario.

Quindi era tutto ok".

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