Sfida al pancreas dannato

Luigi CucchiIl tumore al pancreas rappresenta la quarta causa di morte per neoplasia a livello europeo, ma rischia di salire fino al secondo posto nel 2020. A Milano, venerdì 13 , in occasione della Giornata mondiale del tumore del pancreas il castello Sforzesco è stato illuminato di viola. Così la Federazione europea delle Associazioni di volontariato in oncologia (FAVO) ha ricordato che, nonostante l'elevato numero di decessi, meno del 2% dei fondi per la ricerca sul cancro in Europa sono dedicati a questo tumore. Francesco de Lorenzo, presidente FAVO ricorda che: «Il carcinoma del pancreas nel 2015 ha colpito 12.500 italiani. In tutta Europa rappresenta la quarta causa di morte per tumore. É una delle malattie oncologiche a prognosi più infausta. Solo il 20% dei pazienti può essere operato perchè appena il 7% dei nuovi casi viene individuato allo stadio iniziale». Sotto accusa sono soprattutto gli stili di vita. «Il grave eccesso di peso aumenta il rischio del 12%, mentre i diabetici - precisa De Lorenzo - hanno il doppio delle probabilità di ammalarsi». Il tumore del pancreas in fase precoce non presenta segni particolari, anche quando sono presenti sintomi si tratta di disturbi piuttosto vaghi, che possono essere interpretati in modo errato sia dai pazienti sia dai medici. La diagnosi spesso viene fatta quando la malattia è già estesa. Sintomi più chiari (variabili a seconda della zona del pancreas dove ha avuto inizio il tumore) compaiono quando ha iniziato a diffondersi agli organi vicini o ha bloccato i dotti biliari. Possono così manifestarsi perdita di peso e di appetito, ittero, dolore nella parte superiore dell'addome o nella schiena, debolezza, nausea o vomito. Infine, una percentuale di malati che va dal dieci al venti per cento può essere anche colpita da diabete, dovuto all'incapacità delle cellule malate di produrre insulina.Le cellule tumorali che crescono nel pancreas si diffondono purtroppo con grande facilità ai linfonodi vicini e ad altri organi quali i polmoni ed il fegato, oppure possono diffondersi nell'addome dando luogo alla cosiddetta carcinosi peritoneale. «Il tumore del pancreas - ricorda De Lorenzo- non si fa sentire fino a quando non ha raggiunto dimensioni notevoli o quando ostruisce vasi importanti. Ciò rende il tumore del pancreas una delle forme più difficili da curare». I filoni più promettenti della ricerca riguardano l'identificazione di proteine specifiche espresse dal tumore, che potranno diventare bersaglio di farmaci mirati. La recente identificazione di una proteina, chiamata palladina, che è rappresentata in maniera massiccia sulla superficie delle cellule neoplastiche e la scoperta di microRNA come firma genetica della malattia potranno essere molto utili per una diagnosi precoce dei soggetti più a rischio. Al momento, però, si tratta solo di riscontri di tipo sperimentale. Alcuni farmaci biologici sono già utilizzati nella terapia del cancro pancreatico: tra questi gli inibitori della tirosin chinasi come l'erlotinib. Sono in corso alcune sperimentazioni con farmaci in grado di potenziare l'azione del sistema immunitario contro il tumore. Nessuna di queste terapie appare al momento risolutiva anche se alcune hanno mostrato un allungamento dell'aspettativa di vita dei pazienti.

Una piccola percentuale di malati di tumore del pancreas viene identificata quando il tumore è ancora localizzato e viene dunque sottoposta a un'asportazione chirurgica. L'intervento è rischioso, va eseguito in Centri specializzati.

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