Si è finto profugo per mesi invece era trafficante di donne

Eddisen Okurobu è arrivato in Italia spacciandosi per vittima del terrorismo. Con sé, due ragazze pronte a finire per strada come prostitute. Nell'inchiesta, è stata arrestata la sorella e una terza donna che ha finanziato l'uomo

Si è finto profugo per mesi invece era trafficante di donne

Per tutto il mese di ottobre è stato ospitato nel centro di accoglienza allestito nell’ex caserma Prandina, a Padova, poi da novembre in quello di Bagnoli. Si è spacciato come un profugo e in realtà era un trafficante di donne africane.

Illudeva le ragazze con la scusa di un lavoro in un grande supermercato europeo e le impauriva con un rito vudù prima della partenza, poi le sbatteva in strada per soddisfare gli appetiti sessuali di chiunque fosse disposto a pagare. L'uomo si chiama Eddisen Okurobu, nato l’1 gennaio 1996 in Nigeria. Per due mesi ha mangiato e vissuto sulle spalle dello Stato, poi però, a dicembre sono scattate le manette. Arrestato insieme alla sorella Pamela Samuel, 33 anni, clandestina con domicilio a Trecate nel Novarese. Entrambi sono accusati di aver concorso a promuovere, organizzare, finanziare e aver effettivamente messo a punto l’ingresso e la permanenza illegale in Italia di due ragazze nigeriane al fine di farle prostituire.

L'uomo aveva archiettato tutto in maniera dettagliata. Così quando si è presentato alla commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale ha dichiarato che era stato fra le vittime di un attentato avvenuto ad Abuja, in Nigeria, il 14 aprile 2014, nella famosa strage nella stazione degli autobus, bilancio di 71 morti e 124 feriti, attribuita ai terroristi di Boko Haram. Una storia che aveva preparato e studiato sul web, ma l'uomo in quel periodo si trovava a Benin City, nel sud del paese.

Eddisen Okurobu è arrivato in Italia grazie all'aiuto finanziario di un donna, anch'essa prostituta, che voleva creare un giro di prostituzione proprio a Trecate.

L'inchiesta della procura di Padona, ha ottenuto dall’ufficio gip l’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico dei due fratelli come viene spiegato su Il Mattino.

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